La Corrida di Claudio Conti. Dilettanti allo sbaraglio: a volte ritornano
Rispetto ai talent show moderni, questo programma mantiene una genuinità e una spensieratezza ben lontane dall’agonismo e dalla competizione
Con una media di oltre 4 milioni di spettatori e uno share superiore al 18%, la puntata d’esordio de “La Corrida” (Rai 1, venerdì ore 21.20) ha fatto segnare un buon risultato, nonostante la concomitanza con “Ciao Darwin” (Canale 5) e la finale di “Italia’s Got Talent” (Tv8).
La versione attuale è il clone moderno del programma inventato da Corrado e dal fratello Riccardo Mantoni, andato in onda in radio sul Secondo Programma (oggi Radio 2) dal 1968 al 1977 e in televisione dal 1986 al 1997 (su Canale 5) sotto la guida dell’indimenticato conduttore. Successivamente è stata affidata a Gerry Scotti (2002-2009) e Flavio Insinna (2011), lo scorso anno a Conti.
Gli spettatori più maturi ricordano con affetto il maestro Pregadio, scomparso nel 2010, direttore dell’orchestra e protagonista di simpatici siparietti con i concorrenti più stonati, oltre che con il conduttore. Oltre al maestro, Corrado ha sempre voluto con sé anche due vallette nelle prime edizioni, poi ridotte a una. In questo ruolo si sono avvicendate showgirl come Lorena Bianchetti, Miriana Trevisan, Elisa Triani e Antonella Elia.
“La Corrida” è a tutti gli effetti la capofila dei moderni talent show. In ogni puntata dieci concorrenti si esibiscono fra prove di abilità, canzoni, balli e spettacoli vari cercando l’approvazione del pubblico in studio: se l’esibizione piace i concorrenti ricevono applausi, se l’esibizione non piace il pubblico fischia e rumoreggia con oggetti vari.
Fra le varie forme d’ esibizione, le più gettonate sono quelle canore: fra le performance più memorabili, molti ricordano la versione di “Maledetta primavera” di Renata Pighi e gli stornelli popolari cantati da Giulia Selva, una 87enne più che pimpante. Ma nello show hanno trovato spazio anche le pernacchie ascellari del signor Leonardo Vitelli.
Fra i moltissimi “dilettanti allo sbaraglio” che nel corso degli anni si sono esibiti alla “Corrida”, alcuni sono poi emersi e hanno costruito una carriera di successo. È il caso di Gigi Sabani, Neri Marcorè, Emanuela Aureli e i Maniko Sport.
Rispetto ai talent show moderni, questo programma mantiene una genuinità e una spensieratezza ben lontane dall’agonismo e dalla competizione che caratterizzano invece il resto dell’offerta. Forse perché la sua stessa storia lo mantiene nel solco dell’intrattenimento disimpegnato più che in quello della gara vera e propria, forse perché prevale – appunto – il dilettantismo nel pieno senso del termine, inteso come volontà innanzitutto di divertirsi e poi (eventualmente) di vincere.
Lo stesso Conti ne è consapevole e orgoglioso: “Il nostro è un talent show atipico perché non c’è una finale che decreta un vincitore, l’importante è buttarsi e divertirsi con leggerezza e goliardia”. Semplice ed efficace.
Marco Deriu