Dentro la tv. Il barone della tv inglese
Su Sky e Now la miniserie “Belgravia” firmata da Julian Fellowes, sontuoso period drama nella Londra vittoriana in cerca del successo di “Downton Abbey”
Lord Fellowes. Nobile di origini, ma anche di penna. È Julian Fellowes, famoso in Inghilterra e nel resto del mondo per essere uno dei più apprezzati scrittori e sceneggiatori, dotato di eleganza e acuta ironia. Ha vinto un Oscar nel 2002 per il copione di “Gosford Park” di Robert Altman, ma il consenso di critica e pubblico è arrivato dal 2010 con la serie in costume “Downton Abbey”, 6 stagioni, 52 episodi, fino al 2016 e poi due sequel al cinema (il secondo è atteso per la primavera 2022). “Downton Abbey”, period drama nella campagna inglese di inizio XX secolo, è la serie britannica più diffusa a livello internazionale, acclamata con una pioggia di riconoscimenti tra Bafta ed Emmy. E sulla scia di “Downton” Fellowes ha deciso di adattare per la Tv un suo romanzo storico del 2016, “Belgravia”, miniserie ora in onda su Sky e la piattaforma Now.
Intrighi di palazzo. Londra 1840, nel nuovo quartiere Belgravia, dove risiedono le famiglie più benestanti, uno spinoso e doloro segreto lega Anne Trenchard (Tamsin Greig), che ha avuto una rapida ascesa sociale grazie al lavoro imprenditoriale del marito, e la contessa di Brockenhurst, Caroline Bellasis (Harriet Walter). Entrambe si scoprono nonne di un ventenne, nato dalla relazione segreta tra i rispettivi figli Sophia ed Edmund, morti purtroppo nel 1815 a ridosso della battaglia di Waterloo in Belgio.
Pros&Cons. Ideatore, sceneggiatore e anche produttore, Julian Fellowes firma “Belgravia”, miniserie in 6 episodi. Seguendo i consueti canoni del period drama inglese, con ambientazioni, costumi e in generale una messa in scena mozzafiato, “Belgravia” mette in campo un intrigo amoroso a sfondo sociale che si snoda tra aristocratici e nuovi ricchi nel quartiere più richiesto della Londra di metà ‘800. E come sempre Fellowes alterna i punti di vista tra nobiltà e servitù; a ben vedere, però, la servitù qui non possiede quel fascino, quella spiccata dolcezza e umanità che incantavano proprio in “Downton Abbey”. I temi centrali sono ovviamente ascesa sociale e rispetto dell’etichetta; in campo ci sono sì i tormenti per amori trascinanti e contrastati, che devono però trovare la giusta declinazione secondo le regole della società del tempo. Fellowes è inappuntabile nel tratteggiare le atmosfere dell’epoca, sentimenti, valori e ambizioni delle varie classi sociali, non risparmiando in chiaroscuri come invidie o gelosie di palazzo. Nell’insieme la miniserie scorre fluida lungo le 6 puntate, con una sceneggiatura solida e ben calibrata; l’impianto narrativo non sempre risulta avvincente, ma il prodotto è indubbiamente di ottimo livello e dalla confezione formale così suggestiva che merita la visione solo per questo. Dal punto di vista pastorale “Belgravia” è consigliabile, problematica e per dibattiti.