Tecnologia e app anche per il 2 novembre? Diffidenza e realtà
La notizia, stringi-stringi, è che in 23 Comuni in Provincia di Treviso, nei 68 cimiteri gestiti dal Consiglio di Bacino Priula, da poco è attiva un’app per smartphone Android o iOs che consente di geolocalizzare le sepolture, ordinare a distanza fiori o pulizia delle tombe e persino accendere ceri virtuali. Il nome, poco fortunato, per questa applicazione già impiegata in varie parti d’Italia è “Aldilapp”, un gioco di parole che credevamo di non meritarci.
Il pilota automatico che dalla mia calotta cranica opera nella composizione di questi testi avrebbe di fatto già completato l’articolo che state leggendo. Basterebbe far leva sul contrasto vigoroso che si percepisce tra il mistero solenne della morte che celebriamo il 2 novembre e la leggerezza colorata che risiede negli affarini che abbiamo sempre in mano e che armeggiano al meglio bambini e ragazzini, lontani da quella morte che arriva per tutti. Potrei concludere con un richiamo moralistico al rispetto per il sacro e a quanto queste nuove tecnologie invadano persino gli anfratti più intimi e delicati dei nostri vissuti. Ma questo articolo non servirebbe né a me, né a voi: né la carta che state toccando né i bit che avete ricevuto nel vostro dispositivo non si meritano altri stereotipi. Basta una ricerca su Google per vedere come già dalla fine degli anni ’90 si attestino episodi di persone seppellite con il proprio cellulare: una scelta, voluta dai loro cari, per continuare a comunicare in un qualche modo. Fin dagli albori del web siti come findagrave.com (trova una tomba), avvicinano famiglie a volte fisicamente distanti per attraversare insieme un lutto. E non parliamo poi di come i profili social o i siti web personali di amici che ci hanno lasciato continuino ad apparirci allo stesso tempo come ricordo e memento mori. Forse il tabù su cui si fonda questo articolo non è altro che un segno del tentativo titanico che la società attuale fa per rimuovere la morte dalle nostre vite.
Andrea Canton
Giornalista, fa parte di Weca-Webcattolici Italiani