I giovani maschi sono in fissa con il trading online
Negli ultimi anni una moda si è diffusa tra i giovanissimi (maschi), e di moda si tratta perché è di tendenza, viaggia con il passaparola, diventa status symbol: il trading online, ovvero la gestione attiva dei propri risparmi, comprando e vendendo azioni e prodotti finanziari.
Vuoi la liquidità in eccesso, vuoi il tanto tempo libero nei mesi del lockdown, vuoi le incertezze di un mondo stabilmente precario, ormai non c’è gruppo di amici in cui qualcuno non sia in fissa con app, per speculare sui mercati e sognarsi novelli Warren Buffett. Comunità sui social, siti specializzati, influencer e youtuber: attorno a questo mondo gravitano contenuti e personaggi di ogni fattura e di ogni tendenza, esattamente come per ogni altro hobby o branca dello scibile umano. E come per ogni hobby o branca dello scibile umano, nei crocicchi delle strade digitali sono in agguato predatori, lestofanti e “fuffa-guru” che trasformano i sogni di ricchezza di ragazzini imberbi – o adulti sprovveduti – vendendo corsi a prezzi altissimi, smerciando schemi Ponzi o iniziando poveretti alla pratica del “drop-shipping”, ovvero acquistare tonnellate di paccottiglia dalla Cina, per rivenderla, a prezzo maggiorato, su Amazon e compagni. Non parliamo poi della selva oscura delle criptovalute e degli Nft, nella quale innovazione e ludopatia si fondono insieme. Questa moda, più che della finanza in sé, delle bolle e della psicologia di gruppo ci dice molto dei giovani e dei giovani adulti (maschi) di questa generazione, in cui l’attaccamento al denaro, più che mezzo per realizzare progetti o togliersi sfizi, diventa un segno per affermare sé stessi e la propria individualità, in un tempo in cui le certezze e le appartenenze sociali sembrano diminuire. La mentalità da “maschio-sigma”, le filosofie neo-stoiche per il miglioramento di sé vanno in questa tendenza.
Andrea Canton
giornalista, fa parte di Weca-Webcattolici Italiani