Criminalità: allarme “mafia style” dai ristoranti al web
Dai ristoranti al web per finire nei piatti di mezzo mondo, è allarme “mafia style” per l’agroalimentare italiano con milioni di euro di giro d’affari generati dall’uso di nomi legati alla criminalità. È quanto emerge dallo scaffale dal sesto rapporto Agromafie sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio. Dal ristorante parigino “Corleone”, al vino syrah “Il Padrino” fino al libro di ricette “The mafia cookbook”, un business che provoca un pesante danno di immagine al Made in italy.
A Parigi il ristorante “Corleone” di Lucia Riina, figlia del defunto boss, è solo l’ultimo esempio di una lunga serie di marketing che nel mondo sono legati alla mafia. Dal caso eclatante della catena di ristoranti spagnoli “La Mafia” (“La Mafia se sienta a la mesa”) che fa mangiare i clienti sotto i murales dei gangsters più sanguinari da Vito Cascio Ferro a Lucky Luciano, fino a “Al Capone”, in tutto il mondo si trovano ristoranti e pizzerie: “Cosa Nostra”, “Ai Mafiosi”, “Bella Mafia” o “Mafia...