Russia: mons. Pezzi (presidente vescovi), “cattolici stanno bene ma c’è preoccupazione”. “Ogni conflitto distrugge e lacera i rapporti tra i popoli. Perdono è l’unica strada””

“A Kursk c’è una comunità cattolica. Ci siamo sentiti e direi che stanno bene. Perlomeno, in città non ci sono segni ma c’è preoccupazione”.

Russia: mons. Pezzi (presidente vescovi), “cattolici stanno bene ma c’è preoccupazione”. “Ogni conflitto distrugge e lacera i rapporti tra...

È l’arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi cattolici della Federazione Russa, mons. Paolo Pezzi, a raccontare al Sir come la piccola comunità cattolica di Krsk sta vivendo gli attacchi ucraini nella regione che porta per la prima volta ad un allargamento del conflitto. C’è preoccupazione anche per la centrale nucleare di Kursk tanto che ieri la Russia aveva informato l’Aiea della situazione. È di oggi la notizia che il comitato nazionale anti-terrorismo della Russia ha dichiarato lo stato di allerta per le regioni, sulla frontiera con l’Ucraina, di Belgorod, Briansk e Kursk. La decisione, presa in risposta all’avvio nei giorni scorsi dell’offensiva ucraina, consentirà alle forze di sicurezza di restringere la libertà di movimento e il diritto alla privacy dei residenti. Sull’impatto che questa offensiva ucraina sta avendo sulle persone, l’arcivescovo risponde: “Non saprei dire se dal punto di vista morale questa incursione decisa dall’Ucraina, in territorio russo, possa cambiare qualcosa. Direi che resta molto viva, anzi, è in crescita la preoccupazione. È la preoccupazione del Papa, perché ogni conflitto distrugge, lacera i cuori, le famiglie e le comunità, i Paesi. E poi lacera i rapporti internazionali, i rapporti tra i popoli”.
L’arcivescovo fa riferimento al tema scelto da Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace del 2025, “Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace”, perché punta sul tema del perdono molto caro a mons. Pezzi. “È possibile perdonare? Questo è infatti il messaggio che da due anni e mezzo noi cerchiamo di portare avanti”, dice l’arcivescovo. “È difficile. Non si può pretendere per decreto. Non è neanche un comandamento. Però il perdono è la strada, se si vuole guarire i cuori, le famiglie, le comunità, i paesi, i popoli. Se vogliamo realmente costruire una civiltà basata sulla verità e sull’amore. Allora il passo dal quale non possiamo prescindere è proprio il perdono. Per noi è stato un grande dono questo messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace”.

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Fonte: Sir