Approvato il disegno di legge #SpazzaCorrotti

«L’Italia per essere competitiva ha bisogno di contrastare la corruzione e oggi, con questo provvedimento, compiamo un passo significativo in questa direzione». Queste le parole del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa di presentazione del ddl che introduce nuove misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione.

Approvato il disegno di legge #SpazzaCorrotti

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ha approvato un disegno di legge che introduce nuove misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione.

«Un provvedimento - spiega in conferenza stampa il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte - che si inquadra nell’ambito delle riforme strutturali che servono al paese in materia di contrasto dei reati contro la Pubblica amministrazione. L’Italia per essere competitiva ha bisogno di combattere la corruzione e oggi, con questo provvedimento, compiamo un passo significativo in questa direzione».

In particolare la prima parte del testo apporta modifiche alle norme che disciplinano la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, ed è finalizzato a potenziare l’attività di prevenzione, accertamento e repressione dei reati contro la pubblica amministrazione.

«La vera rivoluzione – prosegue il ministro della giustizia Alfonso Bonafede illustrando il provvedimento – è il così detto “Daspo per i corrotti”. Se una persona viene condannata in via definitiva per un reato di corruzione non ha più la possibilità di stipulare contratti con la pubblica amministrazione ed è soggetto all’interdizione dai pubblici uffici. Da oggi la corruzione viene paragonata a reati gravissimi come la mafia o il terrorismo».

Il disegno di legge, in sintonia con alcune raccomandazioni provenienti dal Gruppo di Stati contro la corruzione (Greco) e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), prevede, infatti, l’introduzione del divieto, per i condannati per reati di corruzione di contrattare con la pubblica amministrazione (il cosiddetto “Daspo per i corrotti”) da un minimo di 5 anni fino a una interdizione a vita, non revocabile per almeno 12 anni neppure in caso di riabilitazione. Inoltre sono previsti: l’innalzamento delle pene per i reati di corruzione per l’esercizio della funzione, con il minimo della pena che passa da uno a tre anni e il massimo da sei a otto anni di reclusione; la possibilità di utilizzare anche per i reati di corruzione la figura dell’Agente sotto copertura; l’introduzione di sconti di pena e di una speciale clausola di non punibilità per chi denuncia volontariamente e fornisce indicazioni utili per assicurare la prova del reato e individuare eventuali responsabili e la confisca dei beni anche nel caso di amnistia o prescrizione intervenuta in gradi successivi al primo.

Il testo prevede, inoltre, l’assorbimento nella fattispecie del “traffico di influenze illecite” anche della ipotesi di “millantato credito”.

«Fino a oggi – prosegue Bonafede – incredibilmente se una persona millantava di avere un credito nei confronti di un pubblico ufficiale e riceveva dei soldi per influenzare quel pubblico ufficiale, che in realtà non conosceva, incorreva in una pena fino a 5 anni di reclusione, se invece lo conosceva veramente era incredibilmente punito con una pena inferiore rispetto al millantato credito. Abbiamo unito i due reati nel “traffico di influenze illecite”. Da ora è totalmente indifferente se il pubblico ufficiale è realmente conosciuto o no dal soggetto che commette il reato. Nessuno deve pensare di poter pagare per influenzare chi occupa rioli importanti nella pubblica amministrazione».

La seconda parte del testo reca nuove norme in materia di trasparenza e controllo dei partiti e movimenti politici, volte a rendere in ogni caso palese al pubblico e sempre tracciabile la provenienza di tutti i finanziamenti ai partiti politici e altresì alle associazioni e fondazioni politiche nonché ad analoghi comitati e organismi pluripersonali privati di qualsiasi natura e qualificazione.

«Non lasceremo scampo – conclude il guardasigilli – a chi intraprende la strada della corruzione perché con questa legge in Italia non ci sarà più alcun margine per dar vita al fenomeno della corruzione perché da ora in poi è certo che chi sbaglia paga».

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Fonte: Comunicato stampa