Oltre i Giochi: la squadra paralimpica di rifugiati a Parigi

Nel mondo vivono 120 milioni di sfollati, molti di loro in situazioni difficili, costretti a lasciare il proprio Paese per guerre, carestie, attacchi personali.

Oltre i Giochi: la squadra paralimpica di rifugiati a Parigi

Che interesse possono avere delle imminenti Olimpiadi a Parigi? Nessuno, forse, e anche a ben ragione. Eppure ai Giochi paralimpici, in programma da mercoledì 28 agosto a domenica 8 settembre, ci sono atleti che si caricano delle loro storie, si fanno portabandiera della loro stessa esistenza. E sì, hanno spalle grosse per sostenere tutto questo carico. Il Comitato paralimpico internazionale, il 9 luglio, ha annunciato gli otto atleti che faranno parte della più grande squadra paralimpica di rifugiati di sempre. Provengono da sei Paesi e gareggeranno in sei sport, atletica, pesistica, tennis tavolo, taekwondo, paratriathlon e scherma in carrozzina. Quest’ultima è rappresentata da Amelio Castro Grueso, atleta colombiano e residente in Italia: dopo la morte di sua madre quando aveva 16 anni, ha affrontato un’altra tragedia quattro anni dopo, quando ha perso l’uso delle gambe in un incidente stradale. Non si è arreso, ha trovato nello sport una motivazione e nel nostro Paese ha proseguito il suo percorso di sfida grazie al coach Daniele Pantoni delle Fiamme Oro. E poi ci sono Zakia Khudadadi, Guillaume Junior Atangana, Ibrahim Al Hussein, Salman Abbariki, Hadi Darvish, Sayed Amir Hossein Pour, Hadi Hassanzada. A guidare il team, Nyasha Mharakurwa, che ha rappresentato lo Zimbabwe nel tennis in carrozzina ai Giochi di Londra 2012: «Non rappresentano solo le persone in fuga in tutto il mondo, ma anche 1,2 miliardi di persone con disabilità». La squadra paralimpica dei rifugiati sarà la prima a marciare nella cerimonia d’apertura che si terrà lungo gli Champs-Elysées. «Tutti gli atleti paralimpici hanno storie di incredibile resilienza, ma le storie di questi atleti e dei loro viaggi come rifugiati sopravvissuti a guerre e persecuzioni per competere ai Giochi sono di una bellezza fuori dal comune» ha affermato il presidente del Cpi, Andrew Parsons. E sì, hanno spalle davvero grosse.

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