Nel Sinodo dello sport, non si cammina, ma si corre assieme
Gli uditori, ragazze e ragazzi giovanissimi, sedevano al tavolo solitamente riservato ai relatori.
I relatori, invece, erano accomodati in platea. Un rimettere in discussione “certezze” prestabilite perché la vita non sempre va come ce la si immagina. E non è automaticamente un male. È il primo “colpo d’occhio” trasmesso da palazzo San Calisto, sede di Athletica Vaticana, dove domenica 25 ottobre, atleti rifugiati, paralimpici e olimpici hanno condiviso le loro storie di resilienza, speranza e successo. È il primo Sinodo dello sport, è il messaggio del “camminare insieme” di papa Francesco che qui viene declinato in corsa, salto degli ostacoli, scatti, pedalate. Correre insieme, verrebbe da dire. Soprattutto per chi, tra difficoltà e sofferenza, non ha mai smesso di sognare e combattere per un futuro migliore. C’è la scanzonata autoironia di Rigivan Ganeshamoorthy, oro nel lancio del disco con tre record a mondiali a Parigi: «Ho conosciuto lo sport da quando sono diventato disabile... Lo vedo come una rinascita»; c’è la storia di Mahdia Sharifi, che ha lasciato l’Afghanistan per inserirsi nel programma olimpico per rifugiati grazie al taekwondo, disciplina iniziata senza il consenso del padre. E poi le esperienze di Alice Mangione e Antonella Palmisano che pur senza strutture adeguate hanno scelto di allenarsi per strada assecondando la voglia di praticare sport, nonostante tutto. Le parole di Amelio Castro Grueso hanno lasciato il segno: nel 2022 è partito dalla Colombia, direzione Roma, senza un vero aggancio, ma con un visto di tre mesi e il sogno della scherma paralimpica. «Ho avuto la fortuna di conoscere Dio, dentro la sofferenza, che è stata la mia insegnante – racconta Castro Grueso, che ricorda la morte della mamma, avvenuta a soli 16 anni e l’incidente stradale che lo ha costretto in sedia a rotelle, appena quattro anni dopo – Sono un privilegiato ad avere sofferto tanto, perché ogni giorno sono diventato più forte». Oggi fa parte del Team rifugiati ed è stato “adottato” dalle Fiamme Oro con cui si allena: «Possono arrivare tutti i problemi del mondo, e io sono pronto».