“Un ecografo pediatrico per amico”, il crowdfunding per aiutare i pazienti bambini
L’associazione Andromeda lancia una campagna di raccolta fondi per donare un ecografo del valore di 67 mila euro alla pediatria dell’ospedale Maggiore di Bologna. In questo modo i piccoli pazienti non dovranno più essere spostati per seguire i loro esami, diminuendo i rischi di contagio, e potranno essere curati nella maniera più confortevole
Un nuovo ecografo per i piccoli pazienti, che non dovranno più essere spostati per seguire i loro esami e potranno essere curati nella maniera più confortevole. L’associazione di volontariato Andromeda lancia la campagna di raccolta fondi “Un ecografo pediatrico per amico”, per donare questo strumento, del valore di 67 mila euro, al pronto soccorso pediatrico e alla pediatria dell’ospedale Maggiore di Bologna. La campagna, lanciata sulla piattaforma GoFundMe, in pochi giorni ha già raccolto quasi 15 mila euro.
“Sono mamma di un dolcissimo e vivace bambino di 3 anni: a un anno e mezzo ha dovuto subire un’operazione chirurgica e, prima di entrare in sala operatoria, ha dovuto fare degli esami – racconta una mamma di un bambino che è stato paziente del Maggiore, in una testimonianza –. Abbiamo dovuto lasciare la pediatria, reparto protetto e colorato, e scendere in un’ala dell’ospedale molto diversa: io ero l’unica in attesa con un bambino, peraltro molto piccolo. L’esame medico è stato difficilissimo e molto più lungo del previsto: il bimbo era molto agitato, incontenibile e alla fine esasperato. Non sono bastate le coccole, le canzoncine, nemmeno i video dello Zecchino d’oro. Con questa raccolta fondi, insieme, con una piccola donazione, possiamo fare qualcosa di davvero speciale per i nostri bambini”.
La pediatria all’interno di un ospedale è un’unità operativa complessa, che usa frequentemente un ecografo: grazie al crowdfunding, il reparto potrà disporne di uno esclusivamente dedicato ai bambini. Il suo utilizzo consentirà di non spostare i piccoli pazienti dal sesto piano, dove si trova la pediatria – ambiente più familiare e a misura di bambino – al piano terra. “Da un punto di vista clinico, il ricorso frequente all’ecografia riduce la necessità di usare metodiche diagnostiche più invasive, che comportano l’esposizione radiologica del paziente come la radiologia convenzionale e la Tac – spiega la dottoressa Chiara Ghizzi, dirigente della pronto soccorso pediatrico e della pediatria del Maggiore –. Inoltre, esami di questo tipo prevedono spesso che il bambino sia addormentato. L’ecografia è invece un esame privo di rischi, che il bambino sopporta meglio e a cui si abitua. Vede lo schermo durante l’acquisizione delle immagini, vede il cuoricino che batte ed è più facilmente distraibile. Noi possiamo ripetere l’esame tutte le volte che vogliamo. Questo facilita il percorso di cura, anche da un punto di vista umano, relazionale, emotivo”.
Oltre agli impieghi più comuni per cui è conosciuto un ecografo, in pediatria ci sono usi particolari dello strumento. Quando bisogna posizionare un accesso vascolare, se il bambino è molto piccolo o disidratato può avere delle vene difficili da prendere: in questi casi l’ecografo dà un contributo importante, perché aiuta a visualizzare le piccole vene dei bambini e a posizionare in un unico tentativo l’accesso vascolare, evitando al piccolo paziente la possibilità di dover subire tre, quattro, cinque volte la manovra.
“Questo è un piccolo grande sogno – racconta il presidente di Andromeda Enrico Paolo Raia –, piccolo come un gesto solidale, grande come il sorriso di un bambino. Insieme possiamo acquistare un ecografo pediatrico per migliorare il tempo e la qualità della cura dei bambini che arrivano in pronto soccorso o sono ricoverati all’ospedale Maggiore, per dare loro meno stress e anche meno rischi in tempi di Covid, visto che trasportarli vuole dire mettere a rischio la loro salute. È un desiderio che la mia associazione condivide con il personale medico-sanitario che ogni giorno, con passione e dedizione, si prende cura dei piccoli pazienti per ridare loro la salute, la serenità, il sorriso. E Il sorriso di un bambino è qualcosa di speciale, un valore e un diritto universale. Dobbiamo prendercene cura e fare di tutto per preservarlo, anche in ospedale”.
Matteo Lepore, assessore del Comune di Bologna al Turismo, alla Cultura e all’Immaginazione civica, spiega che “c’è bisogno di un impegno rinnovato da parte del Comune: Bologna ha bisogno in ogni quartiere di una Casa delle associazioni, che sorga accanto alle Case di quartiere e alle Case della salute. Solo una rete sociale di questo tipo ci aiuterà a uscire dalla pandemia. Il progetto va nell’idea dell’amministrazione di comunità: abbiamo bisogno che si esca dall’idea di ospedalizzazione, verso una maggiore autonomia delle persone, e abbiamo bisogno che il personale che fa mediazione con la comunità sia sostenuto e assunto. Questo non si può fare senza un welfare pubblico forte, e senza un terzo settore sostenuto, a livello economico ma anche con luoghi e mezzi a disposizione. Oggi c’è un ritorno al volontariato, da parte di tanti giovani e di tante famiglie con figli. Dobbiamo dare a queste persone la possibilità di impegnarsi in maniera efficacie”. Anche Lorenzo Cipriani, presidente del quartiere Porto-Saragozza, commenta: “I volontari dell’associazione Andromeda da anni ormai prestano il loro servizio nel quartiere e in tutta la città, con iniziative di alto livello e professionalità. Il progetto di oggi è importante perché è di grande solidarietà e chiede un ritorno dei bolognesi al loro grande cuore. Quello dell’ecografo pediatrico è un qualcosa che può davvero fare la differenza per il destino e per il futuro di una famiglia”.
Ermanno Tarozzi, presidente di Asvo Volabo – Centro servizi per il volontariato di Bologna, afferma: “Sappiamo tutti cos’è successo a Bologna, in Italia, nel mondo: la pandemia ha messo alla prova tutti noi, disvelando la nostra vulnerabilità. Ha però anche mostrato una grande resilienza e uno slancio di solidarietà collettiva, che si sta verificando e ancor più si verificherà quando questa pandemia sarà scomparsa. Dopo le grandi crisi c’è sempre un grande momento di ripresa. Con questo ecografo, vogliamo dare un segnale: donarlo significa sostenere i piccoli durante la malattia, un momento della loro vita in cui sono massivamente fragili”. Simone Fabbri, consigliere d’amministrazione di Coop Alleanza 3.0, conclude: “Questa raccolta fondi verrà portata a tutti i nostri associati, per promuoverla nei vari punti vendita. Il tema della salute è centrale, e in una pandemia avere un sistema di salute collettiva presidiato e di alta qualità è fondamentale. Anche in questo caso, il nostro territorio ha retto meglio di altri, perché aveva già degli anticorpi. Bologna come città ha una grande capacità cooperativa e collaborativa tra i vari soggetti. Oggi dimostriamolo ancora una volta, donando questo ecografo all’ospedale, per aiutare il percorso dei più piccoli verso la guarigione”.
Alice Facchini