Stop ai tagli alla sanità nelle aree agricole
In presenza dei sempre più frequenti tagli di strutture e prestazioni, bisogna tornare a investire sulla sanità e sulla protezione sociale dell’anziano. Con servizi che devono rimanere pubblici, moderni e inclusivi, anche a livello territoriale. Questo l’appello di Anp-Cia, contenuto in un articolato documento di proposte realizzato dall’associazione pensionati e illustrato nei giorni scorsi nel corso di un convegno a Roma sul tema "Sanità e servizi sociali nelle aree rurali".
In presenza dei sempre più frequenti tagli di strutture e prestazioni, bisogna tornare a investire sulla sanità e sulla protezione sociale dell’anziano, mediante servizi che devono rimanere pubblici, moderni e inclusivi, anche a livello territoriale. Questo l’appello di Anp-Cia, contenuto in un articolato documento di proposte realizzato dall’associazione pensionati e illustrato nei giorni scorsi nel corso di un convegno a Roma sul tema "Sanità e servizi sociali nelle aree rurali".
In un quadro demografico in cui la domanda di cure mediche e di assistenza appaiono destinate a una crescita costante, il progressivo definanziamento del Servizio sanitario nazionale negli anni 2015-18 sta generando preoccupazioni diffuse. Un taglio che ha già avuto ricadute dirette e negative sull’offerta garantita agli anziani, partendo proprio dalle aree interne, e ha portato a un aumento della spesa medica privata del 10 per cento.
A oggi circa 7 milioni di italiani si indebitano per pagare cure e servizi sanitari. Più in generale – ricorda l’Anp – quasi il 55 per cento della popolazione pensa che i cittadini non abbiano più a disposizione le stesse opportunità di cura e la sanità viene ormai percepita come da migliorare in termini di efficienza e di equità.
«Non si può rischiare che il rapporto tra spesa sanitaria e Pil scenda sotto quota 6,5 per cento, soglia limite indicata dall’Oms sotto cui non è più possibile garantire un’assistenza di qualità e neppure l’accesso alle cure – ha dichiarato il presidente nazionale Anp, Alessandro Del Carlo – È necessaria una politica di riorganizzazione strategica sulla sanità e risorse dedicate alla tutela della qualità della vita, cominciando proprio dalla terza età che rappresenta oggi un pilastro per la tenuta socio-economica del Paese. Nelle zone rurali, dove c’è una doppia difficoltà che coinvolge non solo i servizi ma anche le infrastrutture, serve costruire una rete assistenziale fra ospedali, servizi distrettuali come Case della salute, poliambulatori e medici di famiglia, con il coinvolgimento delle associazioni presenti nella comunità locale».
Occorre dunque ridare alle aree interne la dignità che meritano, hanno sottolineato i vertici della Cia, da sempre schierata a difesa dei ceti più deboli, non solo dal punto di vista dei servizi socio-sanitari, ma anche a livello di opportunità, di accesso alle nuove tecnologie, di mobilità. Sono zone fondamentali per il governo idrogeologico del territorio e ci vivono 10 milioni di italiani che meritano di diventare una risorsa con un progetto che coinvolga le istituzioni di tutto il Paese e a tutti i livelli. All'iniziativa hanno partecipato il vicesegretario della Federazione italiana medici di famiglia Domenico Crisarà e il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva Tonino Aceti.