Si sbloccano le accoglienze dei bambini di Chernobyl, il ministero chiede a Ue di autorizzare voli umanitari

Dopo due anni i ragazzi affidati alle famiglie italiane dovrebbero poter tornare in estate. Prima la pandemia, poi le sanzioni alla Bielorussia avevano fermato gli arrivi. Di Cicco (Puer): “Ora non ci sono più scusanti”. L’avvocato delle famiglie, Santoro: “Di Maio si impegni fino in fondo per far arrivare i voli a giugno”

Si sbloccano le accoglienze dei bambini di Chernobyl, il ministero chiede a Ue di autorizzare voli umanitari

Dopo due anni si sbloccano le accoglienze solidali dalla Bielorussia e i ragazzi, i cosiddetti “bambini e bambine di Chernobyl” affidati alle famiglie italiane potranno tornare in estate. “Finalmente il ministro Di Maio ha firmato la lettera per l’Enac che giustifica il sorvolo dei paesi Ue con un volo umanitario Belavia - spiega Sergio Di Cicco, presidente di Puer, l’associazione che raccoglie le famiglie affidatarie- . Gli arrivi erano stati bloccati prima per la pandemia di Covid 19 poi per le sanzioni da parte della Comunità europea alla Bielorussia". “Il 14 aprile scorso ho scritto personalmente una lettera al ministero degli Esteri per richiedere i voli umanitari che si possono fare anche in presenza di sanzioni. Mancava solo la nota del ministro che è stata inviata due giorni fa, ora l’Enac deve informare gli Stati europei ma dovremmo essere vicini alla risoluzione della questione. Ora non ci sono davvero più scusanti”. 

Anche per Gennaro Santoro, avvocato di alcune delle famiglie affidatarie, “è bene che il ministro Di Maio abbia inviato la comunicazione all’Unione europea, ora però il ministero degli Esteri deve fare tanti passaggi ulteriori e lavorare sui rapporti con la Bielorussia - sottolinea -. Si è perso tanto tempo prezioso e gli arrivi sono previsti già il 13 giugno. E’ importantissimo che continui l’impegno del ministro Di Maio”.

Per molti ragazzi la sospensione delle accoglienze ha significato anche lo stop ai percorsi terapeutici avviati in Italia. Alcuni hanno patologie psicologiche e psichiatriche, altri disabilità sensoriali e fisiche. In questi due anni solo poche famiglie hanno potuto fargli visita in Bielorussia anche per i costi proibitivi delle trasferte con l’inizio delle sanzioni e la mancanza di voli diretti. Marco Mochi è affidatario da quattro anni di Cristina, 13 anni. “All’inizio non è stato facile, era una bambina di 9 anni che non era mai uscita dal suo paese e si ritrovava in un altro, sconosciuto, in cui non conosceva nessuno - spiega - Era spaurita e confusa, poi anche grazie alle mie due figlie naturali è riuscita ad ambientarsi. Ha fatto amicizia con bambini della sua età, che oggi chi continuano a chiedere quando tornerà. Per noi è un’attesa spasmodica, abbiamo passato estati e feste natalizie senza di lei. E Cristina stessa ne risente. Io e mia moglie siamo andati sei volte a trovarla in questi anni, ma perché ne abbiamo le possibilità economiche. Per altri una trasferta così non è possibile”. Le notizie degli ultimi giorni fanno ben sperare ma Marco non ha fatto promesse a Cristina: “L’unica cosa che le ho detto prima di ripartire è stato: qualunque cosa succeda ci vedremo. Le persone non capiscono quanto sia forte questo legame e quanto sia ingiusto far vivere un secondo abbandono a questi ragazzi”. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)