Servizio civile digitale, “nonostante la proroga, è stato un flop”
L’analisi di Asc, che ricorda come il secondo avviso di deposito programmi ha visto 1727 posizioni richieste a fronte di 2400 posizioni disponibili. Palazzini: “Due ostacoli oggettivi: l’obbligo di presentare un solo programma e il calendario. L’auspicio è che il prossimo avviso elimini i vincoli”
“Il secondo avviso deposito programmi servizio civile digitale ha sortito numeri deludenti: 1.727 posizioni richieste a fronte di 2.400 posizioni disponibili. Perché è stato un flop, nonostante i termini siano stati prorogati di ben 3 settimane?”. A chiederlo è Arci servizio civile (Asc), la più grande associazione di scopo italiana dedicata esclusivamente al servizio civile cui aderiscono 5 associazioni nazionali (Arci, Arciragazzi, Auser, Legambiente, Uisp) e decine e decine di organizzazioni locali.
Dichiara Licio Palazzini, presidente di ASC Aps: “Due ostacoli oggettivi, a livello di programmazione, possono spiegare i motivi di questa deludente risposta. Il primo è l’obbligo di presentare un solo programma, per un massimo di 60 posizioni, che ha impedito il coinvolgimento della rete. Nel caso di ASC Aps, che ha una ricca rete di enti di accoglienza e ha in essere molte collaborazioni con qualificati operatori del settore, quali Fastweb, si sarebbe potuto triplicare l’offerta di progetti rispetto al primo avviso, quando furono proposte 36 posizioni”.
“Il secondo ostacolo – continua Palazzini - è legato al calendario: i progetti del secondo avviso dovranno essere avviati entro il 20 luglio per disposizione del Dipartimento, cioè appena qualche settimana dopo l’avvio del primo ciclo di progetti del servizio civile digitale. Questa scadenza ravvicinata, per molte sedi di attuazione si traduce nel dover gestire il doppio degli operatori volontari, creando evidenti difficoltà di accoglienza e impiego. Su questa base, alcune delle organizzazioni impegnate nel primo ciclo, non sono state in grado di partecipare al secondo”.
“Ci dispiace dover rilevare questa situazione perché sia le organizzazioni di Terzo Settore che gli enti pubblici sono interessati a valorizzare questa opportunità, sia verso i cittadini che per i giovani operatori volontari.
“L’auspicio è che il prossimo avviso elimini questi i vincoli e che gli enti vengano informati con adeguato preavviso”, conclude Licio Palazzini.