Povertà, in Toscana piano da 71 milioni per combatterla
Previsti servizi di assistenza sociale e professionale, aiuto ai senza dimora, sostegno alla genitorialità, pronto intervento sociale
In Toscana arrivano 71 milioni grazie al piano per combattere la povertà. Il piano, che ha alla sua origine il Fondo nazionale povertà predisposto dal Governo, prevede un pacchetto di interventi distribuiti in tre anni (2021-2023) e finalizzati a ridurre le cause dell'impoverimento e a sostenere le persone nel percorso di uscita dalle condizioni di marginalità ed esclusione sociale. Gli interventi previsti sono indirizzati soprattutto a rafforzare tutti i servizi che possono aiutare persone o famiglie percettori di reddito di cittadinanza.
Le azioni previste dal Piano regionale per il contrasto alla povertà riguardano interventi per il sostegno all'individuo e alla famiglia e la prevenzione delle cause di impoverimento. Si tratta di servizi di assistenza sociale professionale, di assistenza domiciliare socio-assistenziale, di sostegno socio-educativo, di sostegno alla genitorialità, di mediazione culturale, di tirocini finalizzati all'inclusione sociale, all'autonomia delle persone e alla riabilitazione, di pronto intervento sociale.
Una quota degli interventi riguarda persone in condizione di povertà estrema e senza dimora, con quote riservate ai servizi di posta e residenza virtuale e di pronto intervento sociale.
"Questo Piano – ha evidenziato Giani - ha la finalità di condurre le fasce più deboli della nostra popolazione oltre le difficoltà maturate negli anni della pandemia. Nell’ultimo biennio le iniziative messe in atto hanno permesso di attutire fortemente le conseguenze sociali di questa emergenza, ma per molte famiglie è stata comunque una fase difficile. Con il Piano approvato abbiamo voluto proiettarci oltre questa emergenza, dando una risposta strutturale e articolata al problema povertà, sotto tutti i suoi aspetti, dall'assistenza socio-sanitaria all’inclusione socio-lavorativa, dalle politiche abitative a quelle educative, con una attenzione particolare ai più indigenti e ai senza dimora".
“Davanti al tema della lotta alla povertà - ha proseguito Serena Spinelli - non si devono lesinare sforzi: deve essere intrapresa ogni azione che può avere un impatto decisivo sulla qualità di vita delle persone interessate. Questo piano cerca di sostenere tutti quei servizi che possono sotto vari profili dare risposte ai disagi e alle criticità e al tempo al loro superamento e all’apertura di nuove prospettive di vita e di autonomia”.
Punto di partenza del piano è la situazione in Toscana così come fotografata dall’ultimo rapporto povertà. Nel 2020 le famiglie povere sono state 54.767, pari al 3,3%, circa del totale, mille in più dell’anno precedente (3,2). E’ una percentuale che durante la pandemia è cresciuta (+0,1%) ma in misura limitata grazie agli interventi pubblici erogati.
Tra le misure ad hoc che hanno contribuito a mitigare gli effetti economici della pandemia, vi sono la Cassa integrazione guadagni (Cig), le indennità una tantum e il Reddito di emergenza (Rem). Particolarmente importante in questa congiuntura anche il ruolo svolto dal Reddito di cittadinanza che era stato istituito un anno prima della pandemia: il Reddito di cittadinanza (oltre 45mila i nuclei beneficiari a agosto 2021) ha ridotto la povertà in Toscana di 0,7 punti percentuali nel 2019 e di un punto nel 2020.
Altro indice delle difficoltà vissute da vasti strati della popolazione nell’ultimo biennio viene da alcuni indicatori presentati nel Rapporto in relazione agli aiuti alimentari per le fasce più indigenti: tra il 2019 e il 2021 l’aiuto alimentare in Toscana è cresciuto del 13,3%.