Povertà, 1400 famiglie modenesi sostenute grazie alla rete degli empori

I risultati del progetto nato durante la pandemia e che ha messo in connessione i market solidali di Modena e provincia, coordinati dal Csv locale. Più di 350 i volontari coinvolti, 31.200 spese erogate ma anche corsi di formazione e attività nelle scuole. Ora gli aiuti si concentrano sull’Ucraina

Povertà, 1400 famiglie modenesi sostenute grazie alla rete degli empori

Un progetto che nel territorio modenese ha consentito grazie al supporto del centro di servizio per il volontariato Terre Estensi di sostenere moltissime famiglie in difficoltà economica, in un periodo storico, quello legato allo scoppio della pandemia e alla fase immediatamente successiva, che ha ulteriormente indebolito quella fascia di popolazione già fragile.

Si tratta di "#NoiRestiamoInRete – Gli empori solidali modenesi e il contrasto alle povertà in tempo di Covid”, progetto sostenuto dal Bando Personae 2020 di Fondazione di Modena, che ha riguardato la rete modenese degli empori solidali coordinata dal Csv Terre Estensi (Portobello a Modena, Il Melograno a Sassuolo, Il pane e le rose a Soliera, Eko Market Solidale dell’Unione Terre di Castelli, Cortile Solidale a Medolla, Ohana Digital Market del Frignano, Piccola Bottega Solidale a San Cesario sul Panaro), contribuendo a sostenere le famiglie beneficiarie e i volontari da fine 2020 ai primi mesi del 2022.

Il periodo immediatamente successivo al primo lockdown del 2020, caratterizzato da un forte incremento della povertà socio-economica, ha visto il Csv Terre Estensi attivarsi da subito per dare risposte concrete alle necessità del territorio modenese. In piena emergenza, la Rete provinciale degli empori solidali ha aumentato di circa il 40% gli accessi di famiglie in situazione di fragilità socio-economica.

“Nel periodo Covid e post Covid, il Csv ha intensificato il supporto alla rete provinciale degli empori modenesi, intercettando risorse tramite il bando Personae 2020 della Fondazione di Modena e potenziando l’intervento degli empori a supporto dei beneficiari, grazie ad un’azione progettuale mirata che ha consentito di organizzare le risorse al meglio - spiega il presidente del Csv Terre Estensi Alberto Caldana - Il progetto #NoiRestiamoInRete che è partito a novembre 2020 per terminare a marzo 2022, ha registrato risultati molto importanti, ne cito alcuni: 1392 famiglie raggiunte per un totale di 4.592 persone; 31.271 spese erogate; 352 volontari coinvolti e 84 aziende donatrici”.

Al contempo, il Csv ha anche svolto un importante lavoro di formazione per i volontari degli empori sia sui beni relazionali - accoglienza e capacità di entrare in relazione con i diversi tipi di povertà, comunicazione efficace e gestione dei conflitti – sia su aspetti più prettamente tecnici come le norme igienico – sanitarie relative alla manipolazione degli alimenti; sono inoltre stati avviati 30  percorsi di cittadinanza attiva che hanno coinvolto i beneficiari degli empori; ad esempio a Sassuolo, tramite l'emporio Il Melograno, sono state coinvolte donne migranti in attività di testimonianza con le scuole, attraverso la preparazione di cibi tipici, funzionale al racconto della loro vicenda di vita e migratoria. Inoltre, soprattutto nel periodo estivo, sono stati coinvolti molti giovani in attività di volontariato all’emporio, a fronte della possibilità di usufruire di un corso di musica, o sportivo, o di un sostegno per l’acquisto dei libri scolastici.

“L'ascolto dei bisogni è stata per noi un'azione fondamentale per offrire risposte sempre più efficaci – specificano Angela Artusi e Cinzia Vecchi dell'Area Progettazione Csv Terre Estensi - A questo proposito, abbiamo somministrato in forma anonima un questionario digitale di rilevazione rivolto ai beneficiari degli empori modenesi, tradotto in 4 lingue differenti (italiano, inglese, arabo e indiano), raccogliendo la testimonianza di 145 utenti: l’80% ha dichiarato che la frequentazione dell’emporio ha consentito maggior integrazione, maggior fiducia negli altri e benefici di carattere psicologico, per esempio sentirsi meno soli durante il lockdown; dall’altra parte ci ha permesso di raccogliere suggerimenti circa le attività future da realizzare, come l’aumento delle consulenze sulla gestione del bilancio familiare, sull’orientamento al lavoro o sulle utenze energetiche, necessità ancora più attuale alla luce dei recenti rincari”.

“Un grave effetto della crisi innescata dalla pandemia è stato l’inasprirsi delle disuguaglianze, a discapito delle persone più vulnerabili delle nostre comunità – conclude Paolo Cavicchioli, Presidente della Fondazione di Modena - Se è doveroso che ogni soggetto si attivi per trovare soluzioni, azioni efficaci e strutturali possono essere messe in campo solo attraverso la collaborazione. La Fondazione di Modena sostiene l’attività degli empori solidali che rappresentano una rete di contrasto alla povertà in grado di reagire in modo propositivo alle conseguenze sociali di un’epoca complessa e in rapida trasformazione, accrescendo la propria capacità di risposta con iniziative di sistema tra associazioni”.

Nelle ultime settimane, infine, lo scoppio della guerra in Ucraina ha avuto come conseguenza l’arrivo di numerosi profughi su territorio modenese, molti dei quali sono stati accolti negli empori per il sostegno alimentare, in deroga agli abituali criteri di accesso. Oltre a questo, sono numerose e continue le raccolte di beni di prima necessità e farmaci realizzate dagli empori, da inviare in Ucraina, in collaborazione con diverse associazioni del territorio e ONG che hanno contatti in loco o nei paesi confinanti, per garantire l’arrivo delle donazioni a destinazione. (Laura Solieri)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)