Padova Capitale, ad un anno dall’inaugurazione. “Ora un welfare inclusivo”

Il 7 febbraio 2020 Mattarella dava il via alle attività della prima Capitale europea del volontariato italiana, poi un lungo e difficile anno col Covid-19. Cristina Piva, assessora al volontariato di Padova: “Abbiamo saputo reggere il peso sociale dello smarrimento”. Emanuele Alecci, presidente del Csv di Padova e Rovigo:“È ora di capitalizzare i percorsi sperimentati in un modello replicabile”

Padova Capitale, ad un anno dall’inaugurazione. “Ora un welfare inclusivo”

Fare volontariato non è stato forse il modo migliore per celebrarlo?” Ad un anno dal 7 febbraio 2020 che ha visto oltre 5 mila persone arrivare a Padova da tutta Italia e 50 mila collegate online per l’inaugurazione dell'anno da Capitale europea del volontariato, il Csv di Padova e Rovigo celebra questa ricorrenza con un minidocumentario “1670: Per Padova noi ci siamo” prodotto da The Mads Studio durante il primo lockdown. “L'idea di raccontare in un mini documentario quanto stava accadendo in quei mesi a Padova è sorta in pieno lockdown, quando la mobilitazione del Csv e dei suoi volontari era a pieno regime. Tutto è iniziato da una semplice considerazione: come dev'essere organizzare per mesi gli eventi e le iniziative di una nomina così importante quale quella di Capitale europea del volontariato e poi veder svanire tutti questi sforzi a causa di una pandemia globale?”.
Eppure, nonostante l'enorme dramma e il lutto, “l’emergenza sanitaria è riuscita a rendere decisamente memorabile quest'anno, questa nomina a città Capitale - spiega una nota del Csv - . Il Csv, supportato dal comune, dalla diocesi, dalle associazioni, da enti privati e da cittadini, è riuscito ad agire fin da subito, ad attivarsi e a far partire non solo una campagna di aiuti e raccolta fondi ma anche una massiccia mobilitazione di volontari”. Un impegno che sembra aver risposto appieno all’appello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio durante l’inaugurazione della Capitale europea. “Si tratta di un prestigioso riconoscimento alla città, alla sua cultura di solidarietà, alla storia di donne e uomini che hanno lasciato tracce preziose - ha detto Mattarella il 7 febbraio 2020 -; e aperto strade su cui altri hanno potuto poi camminare. Al tempo stesso è una responsabilità, un impegno che Padova assume affinché questi mesi non si limitino alla pur legittima celebrazione di tante positive esperienze, ma rappresentino un avanzamento per l’intero Paese, una stagione di crescita collettiva italiana. Il volontariato è una energia irrinunziabile della società. Un patrimonio generato dalla comunità, che si riverbera sulla qualità delle nostre vite, a partire da coloro che si trovano in condizioni di bisogno, o faticano a superare ostacoli che si frappongono all’esercizio dei loro diritti”.

Alla pandemia Padova ha risposto con “una rete capillare di azioni e connessioni ricca di slanci e priva di burocrazia che ha saputo reggere il peso sociale dello smarrimento e dell’impotenza - racconta Cristina Piva, assessora al volontariato del comune di Padova -. Il sistema creato in tempo reale, coordinato dal Csv e sostenuto dal Comune di Padova e dalla Diocesi, ha portato aiuto alla cittadinanza intessendo al tempo stesso relazioni umane che sono diventate la vera ricchezza di Padova Capitale del Volontariato perché generative”. Per il volontariato padovano, l’emergenza sanitaria ha quindi accelerato processi già in corso, spiega Emanuele Alecci, presidente del Csv di Padova e Rovigo. “Quando ad inizio 2019 abbiamo iniziato a tracciare la rotta del percorso triennale di Padova capitale europea del volontariato 2020 siamo stati molto ambiziosi e, in parte, visionari - aggiunge Alecci -. Ciò che è realmente accaduto e che sta accadendo è ben più di quanto potessimo immaginare allora. L'esperienza del Covid infatti ha funzionato da acceleratore di un processo che si intravedeva ma che, in condizioni normali, avrebbe necessitato di tempi di elaborazione più lunghi. Ora è il momento di capitalizzare e di far confluire tutti i percorsi attivati e i progetti sperimentati in un modello di welfare inclusivo che possa essere consolidato nel nostro territorio e replicabile in altri”.

Il minidocumentario è stato realizzato con il supporto di Officina Immagini e Csv Padova, con la regia di Martina Acazi, Alessandra Cernic al montaggio, Damiano Sandei, Marta Gamba e Uber Mancin alle riprese, Marco Campana per il suono e Diletta Guidolin e Sergio Cremasco al Color.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)