Over 50: preoccupati ma fiduciosi per il futuro
Indagine dell'associazione 50&Più di Confcommercio su un campione di oltre 1700 persone. Per il 60,4% il post pandemia sarà all'insegna di una nuova normalità. La famiglia al primo posto nei valori e nelle preoccupazioni degli intervistati
Preoccupati ma anche fiduciosi. Gli over 50 guardano al futuro con un pizzico di ottimismo, nonostante la pandemia che ha caratterizzato il 2020. L’Associazione 50&Più, aderente a Confcommercio con oltre 330.000 iscritti su tutto il territorio nazionale, ha realizzato un’indagine, in collaborazione con l’istituto di ricerche di mercato Format Research Srl, dal titolo “L’emergenza COVID-19, primi sintomi di impatto sociale e prospettive nel nuovo periodo”. Un sondaggio che ha coinvolto 1.740 persone e da cui sono emerse aspettative diverse rispetto al prossimo futuro. Il 16,7% degli intervistati, ad esempio, si dichiara fiducioso di un ritorno alla normalità di sempre al termine della pandemia rispetto al 60,4% del totale che pensa si scoprirà una nuova normalità. Ma c’è anche chi (22,9%) dichiara di non vedere prospettive per il futuro.
La famiglia rientra tra i primi pensieri degli intervistati. Il 73,7% dichiara di essere maggiormente preoccupato per il benessere della propria famiglia nell’arco dei prossimi tre anni, facendo seguire il lavoro, la salute e le relazioni sociali. Inoltre, il 71% degli italiani si dice disposto a impiegare tempo e risorse alla cura della famiglia e nel 51,8% dei casi ritiene che il nucleo familiare sia il primo valore su cui investire per assicurare la coesione sociale tra i cittadini.
Nei confronti del futuro politico del Paese, il 70,6% degli intervistati pensa che nei prossimi tre anni la voce degli italiani non sarà ascoltata dai politici. Un trend che si ripresenta anche in riferimento alla percezione della situazione economica. Il 70,2% degli intervistati, infatti, crede che l’Italia, nei prossimi tre anni, diventerà un paese fortemente impoverito e con scarse prospettive di crescita per il futuro. Una tendenza che vede schierarsi dalla parte opposta un più esiguo 29,8% secondo cui la Penisola avrà ottime prospettive per coloro che intenderanno investire e innovare. I lavoratori e i pensionati che hanno preso parte all’indagine hanno poi risposto a una domanda sulla loro condizione economico-finanziaria nell’anno del Covid. Il 36,5% dei lavoratori ha dichiarato di non aver subito alcuna riduzione della propria attività lavorativa, mentre il 2,8% ha perso il lavoro e il 30,7% si è visto ridurre l’orario lavorativo e il reddito percepito. Una situazione più felice, invece, per i pensionati che solo nel 3,7% dei casi hanno subito una riduzione della pensione.
Come in altri periodi di crisi, in effetti, la silver economy si rivela centrale. Il 50,8% dei pensionati intervistati, infatti, ha supportato economicamente la propria famiglia in questi mesi con un 15,3%, in particolare, che ha dichiarato di aver ceduto abbastanza spesso una parte della pensione per sostenere i familiari in difficoltà. “La silver economy ha un effetto importante sull’economia italiana e in periodi di profonda crisi, come quello che stiamo vivendo, costituisce anche un importante supporto per molte famiglie. Sono i nonni e gli over 60, infatti, che sempre più spesso compensano le difficoltà economiche dei singoli nuclei, aiutando figli e nipoti” dichiara Gabriele Sampaolo, Segretario Generale dell’Associazione 50&Più.
Dario Paladini