Marche, dal sovraffollamento alla salute: fotografia degli istituti penitenziari

I dati illustrati dal garante dei diritti, Giancarlo Giulianelli. Sono 836 i detenuti nelle Marche, 289 stranieri. Tossicodipendenza, il "maggiore problema". Aumentano le patologie psichiatriche, "rivedere ruolo e attività delle Rems"

Marche, dal sovraffollamento alla salute: fotografia degli istituti penitenziari

"Sovraffollamento intermittente, cronica carenza di personale, due anni di Covid e l’acuirsi di alcune criticità sul fronte sanitario, attività trattamentali da rilanciare, problemi strutturali che fanno sentire il loro peso. Ma anche nuovi progetti che stanno prendendo forma". E’ il quadro della situazione negli istituti penitenziari marchigiani, illustrata oggi dal Garante regionale dei diritti, Giancarlo Giulianelli, che nell’ultimo anno ha avuto 328 colloqui con i detenuti.

Le presenze

Sono 836 (su una capienza di  823), i detenuti presenti nelle Marche, di cui 289 stranieri  (fonte: Ministero Giustizia, 28 febbraio 2022). Risultano effettivamente in servizio 591 agenti di Polizia penitenziaria (su 626 assegnati), "una carenza  più volte al centro delle proteste degli stessi agenti". "Il rapporto capienza/detenuti effettivi - spiega in una nota il garante - è falsato dalla inagibilità di un’ala di Fossombrone, interessata da lavori di ristrutturazione, mentre il sovraffollamento interessa in particolar modo gli istituti di Montacuto e Villa Fastiggi ed anche quello di Fermo". Al primo posto la casa circondariale di Montacuto con 310 detenuti (di cui 122 stranieri) per una capienza di 256 e 122 agenti presenti su 137 assegnati. Seguono Pesaro-Villa Fastiggi, Fossombrone, Marino del Tronto e Fermo.

Aumentano le patologie psichiatriche

Si conferma la tossicodipendenza il "maggiore problema all’interno degli istituti", aumentano le patologie di tipo psichiatrico e i casi di autolesionismo, e si registrano "alcuni suicidi riscontrati nell’ultimo anno". Presenti detenuti con Epatite C, Hiv ed altre problematiche.
Per quanto riguarda la pandemia, come specificato da Giulianelli, "in una prima fase si è riusciti a contenerla, mentre nell’arco temporale ricompreso tra i mesi di novembre 2021 e gennaio 2022, sono stati riscontrati contagi in quasi tutti gli istituti, sia tra la popolazione detenuta che tra gli agenti della Polizia penitenziaria. Attualmente la situazione non sembra destare preoccupazioni ed il problema resta quello legato ai controlli da effettuare ed alle misure da adottare in relazione ai nuovi ingressi".

La pandemia accentua le criticità

Il Garante ha evidenziato come l'emergenza pandemica ha accentuato alcune criticità: la carenza dei medici di base; indennità oraria riconosciuta ai professionisti  che si recano presso le carceri, notevolmente inferiore rispetto a quella prevista per i medici delle Usca; assenza di prestazioni specialistiche in relazione alle patologie riscontrate tra i detenuti.
"In costante aumento quelle psichiatriche", registra il Garante, che pone la "necessità di rivedere anche ruolo e attività delle Rems". Nella regione esiste una sola Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, a Macerata Feltria, temporaneamente ubicata nella struttura “Case Badesse”. Ospita 25 persone di cui 5 donne.
"Di tali problematiche Giulianelli ha avuto modo di parlare nel corso di una riunione dell’Osservatorio regionale della Sanità penitenziaria, del quale l’Autorità di garanzia è entrata ufficialmente a far parte dietro sua esplicita richiesta. - si legge nella nota del Garante - Proprio in questa sede sono state delineate le possibilità fornite dalla telemedicina, e  la questione dell’ospedalizzazione dei detenuti, ipotizzando l’individuazione di stanze a loro riservate, soprattutto nei nosocomi situati in prossimità delle strutture carcerarie".

Fermo, "da chiudere per non idoneità dei luoghi"

Per alcuni istituti si rendono necessari, ormai da tempo, lavori di ristrutturazione ed adeguamento. L’attenzione è rivolta, in particolare, a quelli di Montacuto, Marino del Tronto e Villa Fastiggi, mentre per quello di Fermo il giudizio del Garante è ancor più determinato. A suo avviso “dovrebbe essere decisamente chiuso per non idoneità dei luoghi sotto molteplici punti di vista. E’ una struttura che va restituita alla città, contemplando la possibilità di costruire un nuovo e moderno istituto fuori dalla stessa cinta cittadina”.  Di recente le ipotesi d’intervento e le azioni da mettere in campo sono state anche oggetto di un confronto di Giulianelli con il sindaco di Fermo.

Il ruolo dei volontari

Il Garante regista in tutti gli istituti carenza di personale da destinare all’area trattamentale. “A tale carenza si sta, solo in parte, sopperendo – fa sapere Giulianelli -  attraverso il prezioso contributo dei volontari e con il ricorso agli educatori ponte, assunti  da alcuni Comuni con contratto di lavoro a tempo determinato. Con le associazioni di volontariato abbiamo concordato incontri periodici che ci permettono di avere sempre un quadro aggiornato della situazione. E’ nostra intenzione attivare in tutti gli istituti degli sportelli informativi per supportare i detenuti, attraverso il lavoro degli stessi volontari. Un’esperienza già  avviata ad Ancona”.

Le progettualità sviluppate riguardano corsi di formazione, nonché appuntamenti culturali ed educativi. Prosegue con successo il percorso del Polo scolastico universitario di Fossombrone (nove indirizzi di studio,19 iscritti, quattro detenuti già laureati) e quello del Polo professionale ubicato a Barcaglione.

Nelle ultime settimane il Garante ha avviato un monitoraggio sui detenuti dimittendi ed anche su quelli che, seppur in regime carcerario, possono essere assegnati al lavoro esterno, con l’intento di individuare eventuali sbocchi occupazionali.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)