Malattie rare, attuazione del testo unico, le associazioni: "Siamo già in ritardo"
I 5 decreti attuativi e gli atti necessari per tradurre la legge in pratica cominciano ad accumulare ritardo: Cittadinanzattiva e Osservatorio malattie rare scrivono al ministero. "Legittimati a temere che si ripeta una storia già vista con la legge sui nuovi Lea o quella sullo Screening neonatale"
Il Testo Unico Malattie Rare (legge 175/2021) è entrato in vigore il 12 dicembre 2021, ma i decreti e gli atti necessari a tradurlo in pratica, cinque in tutto, cominciano già ad accumulare ritardo. Lo sottolineano in una nota congiunta il Coordinamento nazionale Associazioni Malati cronici e rari di Cittadinanzattiva e Osservatorio Malattie Rare che hanno deciso di lanciare un appello al ministero della Salute.
“La prima scadenza fissata dal legislatore era quella del 10 febbraio 2022, data entro la quale doveva essere nominato con decreto ministeriale il Comitato Nazionale per le Malattie Rare, un organismo che nelle intenzioni del legislatore deve assicurare la partecipazione di tutti i soggetti portatori di interesse alla realizzazione delle politiche in materia di malattie rare. - ricordano le organizzazioni - È passato però un mese dalla data fissata e il decreto non c’è. Ai soggetti civici che ne hanno accompagnato l’iter legislativo, durato ben 3 anni, questa mancanza non è sfuggita”.
“Di fronte al fatto che già si faccia ritardo sul primo decreto, il più semplice – spiega Ilaria Ciancaleoni Bartoli, direttrice di Osservatorio Malattie Rare – si è legittimati a temere che si ripeta una storia già vista. La sorte del Testo Unico Malattie Rare potrebbe, infatti, essere la stessa della legge sui Nuovi Lea, inattuati a causa della mancanza di un decreto del Decreto tariffe, o della legge sullo Screening Neonatale, la cui lista attende di essere aggiornata, anche qui con un decreto che doveva arrivare nel giugno scorso, per non parlare del Piano Nazionale delle Malattie Rare, che è fermo dal 2013”.
Preoccupata anche la Segretaria Generale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino: “Rispettare le scadenze poste per dare attuazione ad una legge approvata dopo ampi confronti con le associazioni dei pazienti e il mondo civico, significa rendere esigibili i diritti delle persone con malattie croniche e rare e delle loro famiglie ma anche rispettare la volontà del Parlamento che ha approvato il Testo Unico all’unanimità. Ci auguriamo che si rimedi presto e che gli atti successivi non subiscano ulteriori ritardi”.
Oltre alla nomina del Comitato nazionale, ci sono altri 4 atti molto importanti che vanno approvati con scadenze precise, tre dei quali entro soli tre giorni, ricordano le associazioni. Entro il 12 marzo, infatti, deve essere approvato il secondo Piano Nazionale per le Malattie Rare e riordino della Rete Nazionale per le Malattie Rare, e sempre entro questa data deve essere siglato un accordo in Conferenza Stato Regioni per definire le modalità per assicurare un’adeguata informazione dei professionisti sanitari, dei pazienti coinvolti e delle loro famiglie. “Riguardo al Piano Nazionale Malattie Rare – sottolinea Bartoli – sembra che finalmente qualcosa si stia muovendo, ma certamente non si avrà nessuna approvazione entro la data prevista e il rischio, oltre tutto, è che si approvi di nuovo un Piano senza finanziamenti. Del secondo atto, invece, non si sa proprio nulla”.
Sempre entro il 12 marzo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero della Salute e col Ministero dell’Economia e delle Finanze, previa intesa della Conferenza Stato Regioni, sentito l’INPS, dovrebbe emanare il decreto di Istituzione del Fondo di Solidarietà per le persone affette da malattie rare. “Anche se questo fondo andrà a soddisfare solo una parte dei bisogni delle persone con gravissima invalidità dovuta a malattie rare o croniche – commenta Mandorino – è pur sempre una importante base di partenza e, una volta istituito, si potrebbe anche rifinanziare. Senza questo decreto però non solo non si può fare di meglio, ma si rischia di perdere anche il milione di euro già stanziato, un lusso che le persone con gravi disabilità non possono proprio permettersi”.
Ultima scadenza, importantissima, sottolineano ancora le due organizzazioni quella del 12 giugno, data entro la quale deve essere approvato dal Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Università e della Ricerca, un regolamento per stabilire i criteri e le modalità di attuazione degli incentivi fiscali per la ricerca previsti dal Testo Unico.