Le buone prassi della Rete Permanente Beni Comuni
Dal recupero della ex colonia abbandonata di Rimini, al riuso degli immobili confiscati in Sicilia fino alla gestione pubblica dell'acqua a Napoli. Le associazioni aderenti firmano il Manifesto
Un circolo virtuoso in cui emergono Il Palloncino Rosso, il bando di Banca Etica “Diamo forza ai beni comuni”, l'uso sociale dei beni confiscati della cooperativa sociale Verbumcaudo e Acqua Bene Comune di Napoli. Sono solo alcune delle buone prassi portate avanti da associazioni inserite nella Rete Permanente Beni Comuni.
Ieri a Messina si è conclusa la prima assemblea nazionale della Rete: 19 realtà associative hanno firmato il Manifesto della Rete Permanente dei Beni Comuni per la conversione ecologica e le generazioni future. Firmatari del Manifesto sono: Alleanza della Generatività, AlterLab, Associazione CommON, Asvis, Comitato Rodotà, Confcooperative-Federsolidarietà, Favara Cultural Park, Fondazione Finanza Etica, Fondazione Horcynus ORCA, Fondazione Riusiamo l’Italia, Forum delle Associazioni Familiari, Forum del Terzo Settore, L’incontro, L’Italia che cambia, On! Impresa Sociale, Vita, R&P Legal, Slow Food Italia, Social Innovators Community e Fondazione Symbola.
Nel 2018 il Palloncino Rosso, associazione di Rimini impegnata in progetti di innovazione sociale e rigenerazione urbana, ha ottenuto la gestione di una parte della vecchia colonia di Miramare. L’obiettivo, in questi anni è stato quello di sottrarre quel luogo al degrado e alla marginalità sociale, restituendogli dignità con l’impegno volontario, la partecipazione civica e la promozione della cultura. Per la stagione 2020 sono state organizzate attività sportive, attività culturali, tour delle colonie (quest'anno supportati anche dal Fai e con la collaborazione di Confguide), cinema all'aperto, spettacoli teatrali, concerti. Si tratta insomma del recupero di un bene comune con l’intento di sottrarlo alla speculazione immobiliare per restituirlo alla comunità. Si tratta di un’azione sociale che preserva non solo un patrimonio materiale, ma anche uno immateriale grazie ad una raccolta di memorie legate a quel luogo a cui la comunità ha preso parte attivamente.
Anche Banca Etica con il bando “Diamo forza ai beni comuni” ha alimentato il circuito virtuoso delle buone prassi nel territorio. L’attenzione di Banca Etica per i beni comuni ha spinto, infatti, il gruppo nel 2017 a lanciare il bando Impatto “Diamo forza ai beni comuni” insieme a Etica Sgr.
Grazie al Fondo di crowdfunding e microfinanza i progetti che hanno raggiunto il 75% del budget richiesto hanno avuto la possibilità di ricevere il 25% restante da Etica Sgr, per un valore massimo di 7.500 euro. Banca Etica ha inoltre previsto condizioni agevolate su prodotti e servizi per i progetti che, invece, avevano raggiunto in autonomia la quota di budget richiesta. Esito del bando è stata la raccolta di 105.000 euro totali da parte dei dodici progetti partecipanti e circa 25.000 euro di contributo complessivo erogato da Etica sgr, la società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Etica. I 5 progetti selezionati e finanziati sono stati: il Giardino di Scidà di Catania, In Stazione di Salerno, Civico Trame di Lamezia Terme, Bosco del Tempo di Colorno, Illumina lo Zac di Ivrea, Giovani in Corsa di Fano e Centro di Riuso di Firenze.
La cooperativa sociale Verbumcaudo, invece, nata nel 2019 per volontà del “Consorzio Madonita Legalità e Sviluppo” è una cooperativa agricola che ha per scopo l’utilizzazione sociale di beni confiscati alla criminalità. Nasce da un progetto di recupero di una parte del feudo Verbumcaudo confiscato al boss Michele Greco e che rappresenta un esperimento di governance del territorio di assoluta innovazione. La cooperativa ha sede nel territorio di Polizzi Generosa (PA) ed è oggi simbolo di riscatto e di cambiamento. Attraverso un bando pubblico sono stati infatti selezionati i giovani del territorio interessati alla formazione professionale in ambito cooperativo. Dopo un periodo di formazione utile per costruire competenze solide e capacità progettuali, un gruppo di ragazzi e ragazze, con la guida di CRESM e Confcooperative, ha costituito la nuova cooperativa sociale Verbumcaudo che da un anno gestisce il bene. Una cooperativa produttiva che si è assunta la responsabilità di gestire il fondo non soltanto per il suo ritorno alla legalità e all’attività economica trasparente, ma di riconsegnarlo alla sua comunità e alla sua storia, per dare vita a una filiera umana, sociale e produttiva che coinvolga direttamente gli abitanti del territorio.
Su un altro tema altrettanto significativo, gravita, inoltre, la realtà Acqua Bene Comune di Napoli. Nel 2013 è nata Abc Napoli, che sta per “Acqua bene comune”, esplicito richiamo al referendum popolare del 2011. Nel giugno di quell’anno, infatti, quasi trenta milioni di elettori italiani avevano votato a favore del servizio pubblico, nella consultazione promossa dal Forum dei movimenti per l’acqua. A Napoli la rete idrica è tornata di proprietà pubblica e oggi “l’acqua del sindaco” è buona e la bolletta costa meno che in altre grandi città.
Oggi ABC Napoli Azienda speciale serve direttamente circa un milione di persone nell’area cittadina di Napoli e ulteriori 650.000 persone servite indirettamente (in sub distribuzione) residenti nelle province di Avellino, Benevento, Napoli e Caserta. Le parole chiavi della sua azione sono qualità, ambiente, servizio e sicurezza.