L'aula 3.0 al CFP di Fonte: banchi modulari e multiuso
Oggi in visita al Cfp il Consiglio direttivo regionale Cnos-Fap (salesiani). Don Alberto Poles: «Siamo figli di una cultura dove sembra che il lavoro manuale sia una cosa di cui vergognarsi».
Il Consiglio direttivo regionale Cnos-Fap (Centro Nazionale Opere Salesiane - Formazione Aggiornamento Professionale che comprende il Triveneto) guidata dal delegato regionale don Alberto Poles, ha fatto visita oggi al Centro di formazione professionale di Fonte (Treviso). Il sacerdote è anche presidente di Forma Veneto l’associazione di ispirazione cristiana che raggruppa oltre il 92% dei centri di formazione professionale Veneti che ogni anno ospitano oltre 20 mila allievi nell’ambito del triennio.
«Siamo venuti a visitare questa scuola perché siamo convinti che il confronto con altre esperienze sia sempre un arricchimento, soprattutto sul versante educativo – ha spiegato don Alberto Poles –. Ciò che manca oggi alle giovani generazioni è la capacità di autonomia e di progettualità. Non li stiamo educando a guardare il futuro. Siamo figli di una cultura dove sembra che il lavoro manuale sia una cosa di cui vergognarsi. Noi invece stiamo insistendo sul “buon lavoro”, insegnando ai giovani a costruire il proprio futuro attraverso un lavoro onesto anche se umile. Un lavoro che li soddisfi in maniera piena e consapevole così da contribuire all'edificazione della società».
Il direttore del Cfp Andrea Mangano ha illustrato la realtà del Cfp con i suoi 650 studenti che frequentano corsi che spaziano dalla meccanica alle auto, dal settore elettrico all’idraulico, fino alla vendita, al marketing e al turismo. Nonché i corsi serali per adulti.
«Stiamo avviando quella che abbiamo chiamato “l’aula 3.0” con banchi modulari e multiuso dove l’esperienza didattica si fonde sempre più con la pratica fatta di prove, simulazioni e stage in azienda. Partecipiamo inoltre a progetti europei che in questo modo ci permettono di ottenere oltre a nuove relazioni, preziose risorse economiche per l’acquisto di strumenti didattici. Per esempio da poco abbiamo acquistato un’auto ibrida su cui i giovani imparano a lavorare e che elevano la qualità della nostra offerta formativa». Mangano si è quindi soffermato sulla fortissima richiesta che ha la scuola da parte delle aziende del territorio che cercano - e spesso non trovano - giovani lavoratori preparati tanto da “accaparrarsi” a suon di contratti a tempo indeterminato, i giovani più capaci.
Il preside don Paolo Magoga ha parlato della scuola come di una “nuova frontiera della carità” ponendo l’accento sull’opera sociale che promuove il Cfp che segue anche allievi e famiglie con difficoltà, forma e aggiorna lavoratori adulti spesso inviati da associazioni del territorio come le Caritas. «Una risposta concreta al bisogno dell’uomo di ottenere dignità attraverso il lavoro. Un tema che sta a cuore anche a Papa Francesco che ce lo ricorda spesso».