Iva al terzo settore. La portavoce del Forum: “Un agguato”
Così Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del terzo settore, oggi in conferenza stampa. Tra le richieste del non profit italiano, un tavolo con i ministeri competenti per affrontare tutta la materia fiscale. “Queste punizioni sono inaccettabili, prima di tutto da un punto di vista politico”
“Questi agguati e punizioni che vengono perpetrati verso il terzo settore sono inaccettabili, prima di tutto da un punto di vista politico”. Così Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del terzo settore, in merito al tentativo di inserire in legge di bilancio una norma per assoggettare tutto il terzo settore al regime Iva. Uno scenario al momento rinviato di un paio d’anni grazie all’approvazione di un emendamento nella notte in Senato. Un dietrofront parziale che tuttavia non tranquillizza il mondo del non profit italiano. Durante una conferenza stampa organizzata in tutta fretta dal Forum del terzo settore e tenutasi oggi online, Pallucchi non ha usato mezzi termini. “Come Forum del terzo settore abbiamo vissuto queste ore come in un paradosso perché ci siamo trovati in un vero e proprio agguato - ha affermato la portavoce -. L’introduzione dell’Iva, che non doveva essere nemmeno inserita, è frutto anche di mesi di trattative mancate con il ministero dell'Economia e delle Finanze e in piena condivisione, che invece sarebbe stata necessaria, della messa a terra della riforma del terzo settore”. Un “agguato” anche perché, in un momento in cui si parla molto di riforme, ce n’è una che aspetta ancora il suo completamento, ovvero proprio quella del terzo settore. “Aspettiamo ancora la norma fiscale - ha spiegato Pallucchi - e questa norma va discussa e condivisa. Non vanno fatte delle rappresaglie all'ultimo momento come in questo caso. Per questo motivo c'è stato uno schieramento molto forte da parte del nostro mondo, soprattutto nel tentativo di non perdere quella solidarietà che è un made in Italy fatto di infrastrutturazione territoriale di organizzazioni e associazioni di base”. Un mondo, fatto di 360 mila enti non profit, di cui ben 308 mila associazioni e circa 6 milioni di volontari, che avrebbe avvertito il peso di questo provvedimento ora rinviato di due anni, ha spiegato Pallucchi. Quello dell’Iva, però, non è l’unico “paradosso”. “In questo momento ne abbiamo tanti - ha affermato Pallucchi -. Uno di questi paradossi è che è stato aperto il registro unico del terzo settore, dove gli enti si dovrebbero iscrivere, ma senza la norma fiscale gli enti non sanno quale forma darsi rispetto alle proprie attività. Ci troviamo in un guado dal quale il terzo settore deve assolutamente uscire”. Sono tre le richieste avanzate oggi alle istituzioni. La prima è quella di “abrogare la norma della partita Iva per le associazioni e su questo crediamo che vada presa una decisione di tipo politico e non di tipo tecnico”, ha spiegato la portavoce. La seconda richiesta, invece, è quella di utilizzare questo rinvio di due anni per “aprire, non fra tre mesi ma subito, un tavolo di confronto che veda il Forum del terzo settore, il ministero dell’Economia e quello del Lavoro insieme per decidere la definizione di tutta la materia fiscale, compresa l’Irap su cui c’è un altro paradosso: tutti gli enti saranno adesso saranno esenti Irap, esclusi quelli del terzo settore. Quindi un'altra volta la solidarietà che viene tassata e questo lo riteniamo un atto grave da un punto di vista politico, prima che tecnico”. La terza richiesta, infine, riguarda il riconoscimento dei 100 milioni annui per gli enti del terzo settore. “Sono frutto delle economie fatte per la mancata attuazione della riforma - ha spiegato Pallucchi -. Riforma che doveva essere attuata già da più di tre anni. Chiediamo che almeno venga riconosciuto quanto è stato già destinato in bilancio”.(ga)