Italiani consumatori attivi dei media. Una nota a partire dal rapporto Censis sulla comunicazione

Nel modo di rapportarsi al mondo mediatico non tutto rimane statico. Anche la modalità di fruizione della televisione sta cambiando in modo radicale.

Italiani consumatori attivi dei media. Una nota a partire dal rapporto Censis sulla comunicazione

Non sono semplici spettatori gli italiani, quando si confrontano con la “dieta mediatica”. Loro esercitano la possibilità di scelta nella selezione delle proposte dei diversi mass media, e interpretano in modo consapevole il loro ruolo sui social network che frequentano.
Sembrerebbero un pubblico adulto dalla descrizione che emerge nel 18° Rapporto Censis sulla comunicazione. Nel modo di rapportarsi al mondo mediatico non tutto rimane statico. Anche la modalità di fruizione della televisione sta cambiando in modo radicale. Guardare la Tv rimane tra gli usi e le abitudini più diffuse: è un’attività comune al 95% degli italiani. Però cambia il modo con cui ci si rapporta alla proposta: il 52,8% utilizza la tv via internet e il 34% la mobile tv. Questi dati ci offrono due elementi. Innanzitutto moltissimi non sono più un pubblico passivo: scelgono cosa vedere e quando, programmano loro stessi il palinsesto della settimana; inoltre la tv non si vede più soltanto a tra le mura domestica, si può portare in giro sul telefonino e guardarla mentre si attende un pullman alla fermata, ad esempio. Il suo utilizzo si sta avvicinando a quello della radio, che nel frattempo sta “ibridando” i suoi programmi, che non sono più soltanto da ascoltare. Sempre più spesso volte l’occhio del pubblico entra nello studio.
Il rapporto segnala anche la diffusione degli smartphone che sostiene l’accesso a Internet. È infatti l’88% della popolazione a navigare sul web. La stragrande maggioranza di loro (82,4%) è iscritto a uno o più social network. Interessante è osservare come si sta muovendo la generazione dei più giovani che è presente soprattutto su youtube (83,3%) e Instagram (80,9%), contemporaneamente cresce nell’utilizzo di TikTok mentre sono in lento declino Facebook (51,4%) e Twitter (20,1%).
Interessante è rilevare con quali atteggiamenti gli italiani si pongono di fronte ai media. Innanzitutto le piattaforme social sono considerati spazi espressivi. I media tradizionali godono invece di maggiore reputazione e credibilità. Le testate giornalistiche, soprattutto, sono considerate più affidabili per conoscere notizie rispetto a quelle raccolte dal web e dai social. L’insoddisfazione, però, esiste. Un focus sulla Tv ha evidenziato che nel 20,3% le informazioni sulla guerra in Ucraina sono considerate confuse, nel 14,7% ha assunto toni propagandistici e per un altro 14,6%. Infine, gli italiani chiedono maggiore deontologia professionale quando nel 29,4% dei casi ritengono che non dovrebbero essere diffuse fakenews.

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Fonte: Sir