“In principio”. Musica al servizio del Credo
Sabato 8 settembre in Cattedrale inizia la rassegna dell’Opv “In principio” con una celebrazione eucaristica dedicata ai musicisti padovani animata dalla Messa per coro e doppio quintetto di fiati di Igor Stravinskij
Una “vera messa”, in ricordo dei musicisti padovani defunti, ma anche un eccezionale evento musicale quello che apre sabato 8 settembre la rassegna “In principio”. L’Orchestra di Padova e del Veneto schiude il suo settembre musicale con tre concerti che vogliono rinnovare il successo della prima edizione, coinvolgendo la Diocesi di Padova in un percorso di spiritualità cristiana che tocca tre chiese padovane: la cattedrale, San Benedetto e Santa Maria dei Servi (già coinvolta l’anno scorso assieme alle chiese di San Francesco e Santa Sofia).
La messa di sabato 8 settembre, alle 18.30, presieduta da don Riccardo Battocchio, è anzitutto momento di preghiera per «i musicisti scomparsi, in qualsiasi epoca siano vissuti e qualsiasi genere musicale abbiano frequentato, e vuole testimoniare e consolidare un legame di affetto e di riconoscenza che, nella luce della fede e nell’orizzonte della speranza, travalica i limiti del tempo». In questo contesto il testo evangelico della guarigione di un sordomuto «pone l’attenzione – sottolinea don Battocchio – sul fatto che la “verità” della messa è data dal ripresentarsi del gesto di Gesù che “fa udire i sordi e fa parlare i muti”, offrendo a tutti la possibilità di comunicare in modo nuovo».
L’incontro è nel contempo un particolare evento musicale, con l’esecuzione, per la prima volta a Padova, della Messa per coro e doppio quintetto di fiati di Igor’ Fëdorovič Stravinskij, con la partecipazione del coro Città di Piazzola sul Brenta e dei fiati dell’Opv guidati dal maestro Paolo Piana. Un’occasione piuttosto rara d’ascolto, perché non capita spesso che questa messa sia eseguita all’intero di una celebrazione eucaristica, anche perché richiede un coro e un complesso di strumenti in grado di affrontare una partitura esigente, sebbene il compositore russo non abbia previsto nel suo spartito virtuosismi vocali e musicali. La messa è stata eseguita, val la pena di ricordarlo, nella basilica di Sant’Ambrogio il 23 settembre 2007 in occasione del saluto di mons. Gianfranco Ravasi alla città di Milano.
Mettere una celebrazione eucaristica all’inizio di questa rassegna significa, secondo il teologo celebrante, «far spazio a un incontro riuscito tra l’esperienza spirituale cristiana nel suo momento più alto e la musica di uno dei più importanti e noti autori del Novecento. La Messa di Stravinskij non ha nulla di sentimentale e non intende provocare emozioni sublimi. È piuttosto un richiamo all’oggettività della fede, al contenuto del Credo che, non a caso, è la parte centrale della composizione.
È lo stesso Stravinskij a spiegarlo affermando che “nel musicare il Credo volevo proteggere in modo particolare il testo. Come si compone una marcia per facilitare chi sta marciando, così io spero con il mio Credo di fornire un aiuto al testo. Il Credo è il tempo più esteso. C’è molto da credere”».
Stravinskij ultimò questa composizione, scandita nei cinque movimenti canonici (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei), nel 1947 caratterizzandola con uno stile sobrio e asciutto, improntato a un primitivismo di gusto volutamente medioevale, capace, partendo dalle intonazioni solistiche gregoriane, di reinventare il suono unico dell’incontro tra parola e fiato. Egli non la compose come esercizio di stile o su richiesta di un committente esterno, ma con l’esplicito desiderio che fosse usata liturgicamente; per questo utilizzò il rito cattolico-romano, benché fosse ortodosso, visto che la tradizione orientale bandisce qualsiasi strumento musicale dai propri servizi religiosi mentre Stravinskij dichiara invece di «poter sopportare il canto senza accompagnamento solo nella musica armonicamente più primitiva». Il coro Città di Piazzola sul Brenta, nato nel 1993 sotto la direzione del maestro Paolo Piana. La vocalità e la fusione delle voci, ha raggiunto i più alti vertici di merito per una formazione non professionistica, spaziando su un ampio repertorio che va dal canto gregoriano, al quale è tuttora dedicata particolare attenzione, al Rinascimento, ai numerosi autori e opere dell’epoca barocca, al periodo romantico, fino alla musica moderna e contemporanea. Il coro svolge il servizio liturgico nelle messe solenni presso il duomo della sua città.
La seconda edizione de “In principio”, sottolinea il direttore musicale e artistico di Opv, il maestro Marco Angius, punterà a una costante trasversalità musicale che possa esprimere il senso del sacro nel nostro tempo in termini acustici. Tale trasversalità, vista la compresenza di passato e presente nell’eterogeneità dei linguaggi musicali che ci attorniano, si rifletterà anche nella programmazione di musica sacra dell’Opv».
Su questo binario la Chiesa di San Benedetto a Padova ospiterà, venerdì 14 settembre alle ore 21, il secondo appuntamento della rassegna, promosso dal Lions Club Padova Tito Livio con il sostegno di Gruden Padova Spa. Saranno eseguite alcune composizioni sacre di Franz Schubert, di cui l’Opv ha appena eseguito l’integrale sinfonico, con una piccola incursione nel barocco veneziano di Antonio Lotti.
L’Orchestra di Padova e del Veneto, guidata dal maestro Fabrizio Da Ros, sarà di nuovo affiancata al coro Città di Piazzola e dalla presenza di tre solisti: il soprano Francesca Salvatorelli, il tenore Matteo Mezzaro e il basso Luca Tittoto.
S’inizierà con il Salve Regina per tenore e orchestra D 106 affidato alla voce di Matteo Mezzaro. Si proseguirà con l’Offertorium “Totus in corde langueo” op. 46 D 136, in cui il compositore dà vita a un sapiente dialogo tra il clarinetto e il canto del soprano, affidato a Francesca Salvatorelli.
Il Crucifuxus per coro a otto parti del compositore veneziano del primo Settecento Antonio Lotti , brano dalla raffinata scrittura polifonica capace di restituire con vividezza il dramma di Cristo, avrà come protagonista il coro Città di Piazzola guidato da Paolo Piana. Il concerto si concluderà con lo Stabat Mater per soli, coro e orchestra D 383 di Schubert, sulla riscrittura tedesca del testo latino ad opera del poeta Friedrich Gottlieb Klopstock.
La rassegna “In principio” si conclude martedì 25 settembre alle ore 21 nella chiesa di Santa Maria dei Servi con un concerto che avrà come protagonista la figura del musicista estone Arvo Pärt, nato nel 1935, portavoce di una speciale e personalissima scrittura minimalista anche nella sua produzione di musica sacra. E proprio l’architettura della chiesa padovana, con la sobrietà delle sue linee, rappresenta il luogo ideale per ascoltare e immergersi nelle opere del compositore che, più che un musicista di chiesa, si definisce «un musicista dell’acustica della chiesa».
L’Opv, guidata dal maestro Fabio Sperandio, aprirà il concerto con la prima esecuzione italiana di In spe, composizione del 2010 per quintetto di fiati e orchestra d’archi, in cui minimalismo equivale a una riscoperta di essenzialità e purezza del gesto musicale, colto nella sua carica espressiva più arcaica e spoglia, davvero fuori del tempo. Dalle atmosfere sonore contemporanee si tornerà a Franz Schubert, con Tre Offertoria, interpretati dal giovane soprano Sara Fanin: al “Totus in corde langueo” op. 46 con il canto del clarinetto che si rincorre e s’intreccia alla voce solista, seguiranno due dei sette Salve Regina (Opera 47 e Opera 153) scritti dal compositore nella sua breve vita. Sarà quindi la volta dell’Incarnatus est, uno dei momenti più delicati ed estatici della Messa in do minore K 427 di Mozart, ancora una volta affidato all’interpretazione della padovana Sara Fanin.
Il concerto terminerà con l’esecuzione di Fratres, celebre pagina di Arvo Pärt composta alla fine degli anni Settanta e rivista più volte in svariate versioni per diversi organici.
Nel brano si condensa e trova una forma compiuta quel particolare linguaggio musicale fondato sui “tintinnabuli” che caratterizza tanta parte del lavoro del compositore: la “tintinnabulatio”, afferma Pärt, «è uno spazio entro il quale mi muovo talvolta quando sono alla ricerca di risposte – per la mia vita, la mia musica, il mio lavoro. Nelle mie ore buie, ho la netta sensazione che tutto ciò che si trova al di fuori di quest’unica cosa sia privo di significato».
Tutti i concerti sono a ingresso libero e gratuito. L’attività dell’Opv si avvale del sostegno del Ministero dei beni e delle attività culturali, della Regione del Veneto e del Comune di Padova.