I Laboratori Psicoanalitici di Roma compiono 30 anni
Sono 740 le persone che fra il 2015 e il 2021 hanno compiuto un percorso di analisi in quello che rappresenta uno spazio di clinica psicoanalitica a prezzo calmierato dedicato agli abitanti del quartiere. Nel corso del convegno celebrativo è stato presentato un docufilm che racconta l'evoluzione dell'iniziativa
Uno spazio di clinica psicoanalitica a un prezzo “calmierato” per gli abitanti del quartiere. Un luogo per la formazione realizzata dagli analisti più anziani ai giovani desiderosi di apprendere. Una rete per lo studio e la ricerca psicoanalitica. Questo sono stati, nel corso degli anni, i Laboratori Psicoanalitici di Roma, che hanno celebrato sabato 9 aprile a Roma, in un convegno presso la Città dell’Altra Economia, il proprio Trentennale, rimandato di due anni a causa della pandemia. Nel 1990, infatti, si costituisce il primo Laboratorio, quello di San Lorenzo, a cui seguono negli anni altri cinque Laboratori: il Laboratorio Prati (nato nel 1998), Il Laboratorio Piramide (2000), il Laboratorio San Giovanni e il Laboratorio Tiburtino (2004), il Laboratorio Centocelle (2008). Oggi sono 65 i terapeuti impegnati nelle diverse sedi romane (129 il numero complessivo degli psicoanalisti che hanno partecipato ai Laboratori nel corso degli anni). I sei Laboratori sono riuniti nell’Associazione Laboratori Psicoanalitici e Società (ALPeS). I Laboratori nascono da un’intuizione di Paolo Perrotti, una delle figure più originali della psicoanalisi italiana, didatta della Società Italiana di Psicoanalisi (SPI). Perrotti aveva fondato nel 1972, in collaborazione con Cesare Musatti e Adriano Ossicini, nel pieno della contestazione giovanile, Lo Spazio Psicoanalitico, un’associazione frequentata anche da filosofi e artisti come Carmelo Bene. Quando vengono istituite in Italia le scuole di specializzazione in psicoterapia, Lo Spazio Psicoanalitico è una delle prime scuole riconosciute dal ministero dell’Istruzione (Miur), nel 1994. Perrotti non si sottrae alla critica, in parte fondata, della psicoanalisi come pratica per l’élite, sia per il costo delle sedute, sia per il suo approccio. Il Laboratorio di San Lorenzo è la risposta concreta a tale critica: un luogo che permette anche ai ceti meno abbienti di accedere alla cura psicoanalitica, per i suoi costi contenuti, e che è in forte collegamento con la comunità locale, a cui offre non solo una cura clinica. Ogni Laboratorio, infatti, ha aperto le proprie porte al territorio con gruppi per insegnanti, sulla fiaba, numerose mostre (di fotografia, pittura…), attività di cinema con anziani, teatro, musica. E con “Il Sabato al Laboratorio” ha creato momenti di riflessione condivisa su situazioni critiche dell’esperienza umana: separazioni, malattie, traumi infantili, dipendenze e altro ancora. Per essere vicini alle persone costrette a vivere l’esperienza traumatizzante della pandemia e del lockdown, i Laboratori Psicoanalitici hanno attivato già nel marzo 2020 un Servizio di ascolto telefonico Covid, poi temporaneamente confluito nel servizio organizzato dal Ministero della Salute “Numero verde, Ascolto Psicologico Covid-19”. Un pronto soccorso psicologico a cui si sono rivolte persone scosse da una forte sofferenza, continuato fino a giugno 2021. Al convegno sono stati presentati anche diversi dati sull’attività dei Laboratori. Nel solo Laboratorio di San Lorenzo hanno richiesto un primo colloquio, dalla sua costituzione, 2.298 persone. 1.298 di esse hanno iniziato un trattamento psicoanalitico. I trattamenti in analisi che vengono erogati oggi nei sei Laboratori sono 362. Limitatamente al periodo 2015-2021, le richieste di colloquio ai sei Laboratori sono state 956, 740 delle quali si sono convertite in un percorso terapeutico. Il 70% delle persone che si sono rivolte ai Laboratori è in possesso di laurea o diploma di scuola media superiore. Il 44% ha un’attività lavorativa stabile, il 14% precaria, Il 9% è disoccupata. I lavoratori dipendenti sono il 26%, gli studenti il 14%, i liberi professionisti il 10%. Il 62% delle persone sono femmine. La fascia di età prevalente è quella tra i 25 e i 42 anni per i maschi e tra i 23 e i 38 per le femmine. Nell’ultimo anno si è registrata una crescita della richiesta da parte di giovani dai 20 ai 30 anni. Nel corso del convegno è stato presentato anche il docufilm “I Laboratori Psicoanalitici di Roma: i trenta anelli dell’albero”, realizzato da Giulio Bottini e Fabrizio Orsola. L’opera racconta l’evoluzione dei Laboratori Psicoanalitici dalla loro nascita, e dà la parola a diversi psicoanalisti, di differenti generazioni, che partecipano a questa esperienza. Il docufilm è visionabile liberamente sul canale YouTube di ALPeS. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web dei Laboratori Psicoanalitici di Roma.