Giustizia minorile: a gennaio 316 detenuti, il dato più basso dal 2007
A fare il punto a livello nazionale è il sesto rapporto dell’associazione Antigone sul tema. Oltre 13 mila i ragazzi in carico ai servizi della Giustizia minorile. In calo i reati commessi dai minorenni, un fatto non dovuto solo all’emergenza sanitaria di questi anni
Il sistema “riesce a residualizzare la detenzione, trovando per i ragazzi risposte alternative: in carcere si va poco e spesso per periodi brevi”. È questo - in un tweet - il quadro della situazione in Italia per quanto riguarda la giustizia penale minorile secondo Antigone, che oggi pubblica - come di consueto dopo due anni - il rapporto “Keep it trill”, la sesta edizione del dossier dedicato al tema.
Secondo l’associazione, al 15 gennaio 2022 erano 316 (di cui 140 stranieri e 8 ragazze) i minori e giovani adulti detenuti nelle carceri minorili italiane, a fronte di 13.611 ragazzi complessivamente in carico ai Servizi della Giustizia Minorile (il 2,3%) e a oltre 54.300 detenuti nelle carceri per adulti. I 316 minori e giovani adulti detenuti, sempre al 15 gennaio, erano distribuiti in 17 istituti, da Caltanissetta a Treviso, in strutture con caratteristiche e dimensioni anche molto diverse tra loro, spiega il report. “Quello con più presenze era l’Ipm di Torino, che ospitava 38 detenuti, mentre alla stessa data a Pontremoli, unico Ipm esclusivamente femminile in Italia, c’erano solo 3 ragazze”. Dei 316 ragazzi, come già specificato, non tutti sono minorenni. “Ormai la maggior parte dei ragazzi ristretti negli Istituti Penali per Minorenni non è in effetti minorenne - spiega Antigone -. I maggiorenni erano al 15 gennaio il 58,5% del totale, un po’ meno tra i soli stranieri, il 56,4%, e decisamente di più tra le sole ragazze, il 62,5%”.
Nonostante i numeri contenuti delle detenzioni, tuttavia, per Antigone si tratta spesso dei casi più complessi, “spesso valutati non solo in base alla gravità del reato bensì anche alla debolezza sociale del ragazzo, che rende più difficoltoso trovare percorsi alternativi”. Il dato del 15 gennaio 2022, però, mostra anche un altro aspetto positivo, ovvero il calo dei ragazzi negli istituti penali minorili. Al 15 gennaio 2020, infatti, i ragazzi in Ipm erano 375, il 19% in più delle presenze attuali. Un dato, quello dello scorso gennaio, che rappresenta così quello più basso mai registrato dal 2007.
In netto calo anche il numero delle ragazze detenute: in tutta Italia, al 15 gennaio scorso, erano 8 (di cui 3 minorenni) per la metà straniere. Dal 2012, anno con la presenza media più elevata negli ultimi anni, il calo è stato del 59%.
Negli ultimi 5 anni, inoltre, calano anche i reati commessi dai minorenni. “Se guardiamo al numero totale dei minorenni arrestati o fermati dalle forze di polizia - si legge nel rapporto -, siamo passati dalle 34.366 segnalazioni del 2016 alle 26.271 del 2020, con un calo percentuale del 24%”. Un trend, quindi, non dovuto unicamente alla pandemia. “Il calo, infatti, era già riscontrabile nel 2019 quando le segnalazioni erano state 29.544, con un calo rispetto al 2016 del 15% - si legge nel rapporto -. Sono solo 885, di cui 298 bambine, in tutto il 2020 le segnalazioni di delitti commessi da minorenni con età inferiore a 14 anni”. Secondo i dati raccolti da Antigone, poco più della metà dei ragazzi sono entrati in Ipm per avere commesso delitti contro il patrimonio. Percentuale sale al 60% per gli stranieri e addirittura al 73% per le ragazze. I reati contro il patrimonio sono seguiti da quelli contro la persona, che sono in media all’origine del 20% degli ingressi, percentuale che in questo caso scende al 18% per gli stranieri e addirittura all’8% per le donne. Nel quinquennio 2016-2020, inoltre, sono diminuiti sensibilmente gli omicidi volontari consumati da minorenni, calati di ben il 66%: erano stati 33 nel 2016 e sono scesi a 11 nel 2020. “Va sicuramente tenuto presente che anche tra gli adulti è costante la riduzione del numero degli omicidi - spiega Antigone -, un trend positivo che è iniziato a partire dagli anni ’90”. Per quanto riguarda la nazionalità dei minorenni autori di omicidio, nel 2020 gli italiani sono 7, mentre 4 gli stranieri. “In termini percentuali - spiega Antigone -, i ragazzi stranieri che hanno commesso un omicidio sono pari al 43% del totale. Una percentuale in linea con il tasso di delittuosità dei minori stranieri, che è pari al 44% del totale. Tendenzialmente, a mano a mano che i reati diventano meno gravi la percentuale degli stranieri cresce, fino a raggiungere il 50% del totale nel caso dei delitti di furto”. Tra i pochi reati che risultano in aumento, infine, ci sono le segnalazioni per i reati di pedopornografia online, triplicate nel corso del 2020.