Giornata salute mentale, “Sei fuori”: così la diversità si racconta ai bambini

L'ultimo romanzo di Antonio Ferrara racconta la storia di Glauco, nato con una malattia rara che lo rende “strano” e per questo emarginato. A rompere la sua solitudine, arriva Bea, diversa ed emarginata anche lei, seppur per ragioni diverse. “La diversità fa paura a tutti, poiché ci mostra come potremmo essere tutti, o come col tempo potremmo diventare”

Giornata salute mentale, “Sei fuori”: così la diversità si racconta ai bambini

“La diversità fa paura a tutti, poiché ci mostra come potremmo essere tutti, o come col tempo potremmo diventare. Sappiamo che, col tempo e con la vecchiaia, diventeremo tutti 'diversamente abili'. Ma i piccoli hanno una maggiore necessità di gioco e di socializzazione, e dunque di inclusione. È dunque a scuola che bisogna parlare di queste cose, perché i futuri adulti siano privi di pregiudizi”. Così Antonio Ferrara, scrittore, educatore e “cantastorie” riassume il senso del suo ultimo romanzo, “Sei fuori”, voluto e pubblicato da Lodovica Cima, per Pelledoca editore.

E' la storia di Glauco, che per una malattia rara è un “diverso”, e di Bea, diversa anche lei, ma per altre ragioni. Lui è lo “strano”, lei la “secchiona”: due diversità che s'incontrano, si scoprono, si sostengono nelle rispettive difficoltà. “Molti diversi, a vari titolo, vengono emarginati, tutt'altro che inclusi, come si vorrebbe – ci racconta Ferrara, che Redattore Sociale ha interpellato in occasione della Giornata per la Salute mentale. “Il protagonista soffre di una malattia rara non meglio identificata: un difetto cromosomico genetico, che fa sì che questi ragazzi abbiano una vita sociale limitata, perché hanno problemi di apprendimento, sono ipercinetici, parlano male e insomma, si fanno notare: può accadere che al ristorante si alzino e inizino a sparecchiare mentre mangiamo, o che disturbino con i loro vocalizzi”. Un po' “strani”, insomma, qualcuno li chiamerebbe ancora “matti”.

Glauco, nel romanzo di Ferrara, trova un'amica, una soltanto, ma importante e preziosa: “Beatrice detta Bea, la prima della classe: anche lei in qualche modo una diversa, che i compagni chiamano secchiona, i cui genitori hanno grandi aspettative su di lei. Qui il paradosso: Glauco, con i suoi disturbi e le sue diverse abilità, ha genitori che lo accettano, indipendentemente dalle sue performance; Bea, invece, la 'superdotata', ha genitori che non sono mai abbastanza soddisfatti, non la considerano mai perfetta. E' così che ho voluto provare a rimettere in discussione i parametri della normalità, ma soprattutto ho voluto parlare d'inclusione: tutti siamo diversi e tutti possiamo e dobbiamo sentirci adeguati. L'antipsichiatria, come diceva Basaglia, è un modo per trovare la luce in mezzo al buio. E' questo anche la pedagogia, l'aiuto sociale, l'educazione”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)