Fibromialgia, Cittadinanzattiva: regioni individuino centri e percorsi
L'organizzazione ha inviato oggi un'istanza di accesso civico ai presidenti e agli assessori alla Sanità delle Regioni: l'obiettivo è la trasparenza sui fondi richiesti dalle singole Regioni e sugli eventuali programmi per la diagnosi precoce e la presa in carico
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Avere trasparenza sui fondi richiesti dalle singole Regioni e sugli eventuali programmi messi a punto dalle stesse per la diagnosi precoce, l'avvio di percorsi di presa in carico multidisciplinare dei pazienti con fibromialgia e l'individuazione dei centri specializzati sul territorio per la cura della patologia. Sono queste le finalità dell'istanza di accesso civico inviata oggi da Cittadinanzattiva ai presidenti e agli assessori alla Sanità delle Regioni.
Il comma 972 della scorsa Legge di Bilancio 2022 ha istituito un Fondo per lo studio, la diagnosi e la cura della fibromialgia con una dotazione di 5 milioni di euro per il 2022, fondo che è stato successivamente, con il decreto 8 luglio 2022, ripartito tra tutte le Regioni con l'esclusione delle Province autonome di Trento e di Bolzano. Ai sensi del decreto, le Regioni sono tenute ad individuare sul proprio territorio uno o più centri specializzati, idonei alla diagnosi e alla cura della fibromialgia e in grado di assicurare ai pazienti una presa in carico multidisciplinare. Ad essere colpiti da questa patologia cronica sono circa 1,5-2 milioni di italiani, in 9 casi su 10 si tratta di donne, per lo più in età giovane. Fra i sintomi più diffusi vi sono dolori muscolari e articolari diffusi, sensazione di affaticamento continuo, disturbi del sonno, mal di testa, difficoltà di memoria e attenzione.
"Come abbiamo raccontato nel nostro XX Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità, presentato alcuni giorni fa, la fibromialgia è una malattia cronica ancora non riconosciuta nei Livelli essenziali di assistenza. I pazienti che ne soffrono aspettano anche molti anni per la diagnosi, in condizioni pesanti dal punto di vista fisico e psicologico e spesso invalidanti anche sotto il profilo lavorativo", spiega Tiziana Nicoletti, responsabile del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei malati cronici e rari che comprende, fra le circa 110 organizzazioni, anche Aisf ODV, CFU Italia e Libellula Libera che si occupano di fibromialgia.
"Per questo i 5 milioni di euro stanziati lo scorso anno sarebbero fondamentali per cominciare ad assicurare diagnosi e cure a queste persone, ma ad oggi non abbiamo un quadro di insieme che ci dica quanto le Regioni li abbiamo effettivamente richiesti e come li stiano utilizzando. Con la nostra istanza dunque speriamo di fare chiarezza e di avere risposte certe. Al contempo invitiamo ancora una volta Governo e Regioni a trovare al più presto un accordo per lo sblocco del Decreto Tariffe, senza il quale non abbiamo a disposizione nemmeno i Livelli essenziali di assistenza fissati già dal 2017 e ancor meno possiamo sperare di vedere inclusi negli stessi Lea malattie ancora non riconosciute come la fibromialgia", conclude Nicoletti.