Evviva il caffé! Uno studio sugli effetti benefici della caffeina
Sul fronte percettivo, sembra che la caffeina sia in grado di migliorare la percezione globale di una scena visiva.
Un buon caffè, soprattutto in alcuni orari della giornata, è una forma di “coccola” a cui difficilmente rinunciamo. Un’abitudine ampiamente diffusa tra i popoli e le culture, visto che, ogni giorno, nel mondo, si calcola vengano consumate circa 1,6 miliardi di tazze di caffè! Certo, l’importante è non esagerare per non incorrere in effetti collaterali nocivi alla salute.
La chiave di tutto (degli effetti positivi e negativi) è sicuramente da ascrivere alla sostanza principale contenuta nel caffè: la caffeina, uno degli ingredienti psicoattivi più consumati al mondo.
Ebbene, un recente studio (sintetizzato in un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista “Journal of Psychopharmacology”), realizzato da ricercatori delle Università di Padova, Firenze e Bergamo, dimostrerebbe che un moderato consumo di caffeina migliorerebbe la nostra capacità di svolgere alcune attività quotidiane, come ad esempio la lettura. Perché? Sul fronte percettivo, sembra che la caffeina sia in grado di migliorare la percezione globale di una scena visiva. Ma sappiamo che la percezione globale – il cui controllo è esercitato essenzialmente dai circuiti attenzionali dell’emisfero cerebrale destro – è direttamente connessa alla capacità di lettura. Non a caso le abilità di percezione globale – osservate fin dalla scuola dell’infanzia – sono in grado di “predire” come sarà lo sviluppo delle future abilità di lettura negli anni successivi. Del resto, i training comportamentali che migliorano le abilità di percezione globale, in persone con difficoltà di lettura risultano migliorare anche tale capacità. Ma non è tutto.
Dallo studio risulta anche che, sul piano linguistico, il consumo di caffeina migliorerebbe le prestazioni nelle attività di ragionamento semantico.
“Per queste ragioni – spiega il Dr. Sandro Franceschini, del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova e primo autore della ricerca – abbiamo ipotizzato che l’assunzione di caffeina, facilitando la percezione globale e il ragionamento semantico, avrebbe potuto migliorare anche le prestazioni in specifici compiti di lettura”.
La ricerca in questione è consistita è in due studi (“in doppio cieco”) che hanno coinvolto 78 persone. I risultati ottenuti evidenziano come in coloro che quotidianamente consumano basse o normali quantità di caffeina, una singola dose di 200 mg di questa sostanza (circa due caffè espressi) accelera la velocità di lettura del testo. Va precisato che il miglioramento della velocità osservato nella lettura del testo non era generalizzato a compiti di lettura di liste di parole singole o di parole senza senso.
“E’ importante sottolineare – aggiunge la Dr.ssa Sara Bertoni, del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova e coautrice dell’articolo – che i miglioramenti nelle capacità di lettura erano accompagnati da un cambiamento nella percezione globale degli stimoli visivi, senza che fosse rilevato alcun effetto sulle funzioni di allerta, sulle abilità di orientamento dell’attenzione, sulle funzioni esecutive o fonologiche, dimostrando la presenza di una connessione specifica tra la rapidità nella lettura del testo e i meccanismi attenzionali dell’emisfero destro, coinvolti nell’esecuzione di compiti semantici e nella percezione visiva globale”.
Ma c’è un elemento ulteriore, non proprio “allettante”, che questa ricerca ha messo in risalto. “In questo studio – conclude il Dr. Matteo Lulli, del Dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche ‘Mario Serio’ dell’Università di Firenze, coautore – dimostriamo l’importanza paradossale di una piccola privazione del sonno per ottenere maggiori effetti benefici della caffeina. Con una deprivazione di sonno di due ore, bere due caffè porta a leggere questo comunicato stampa risparmiando circa sei secondi”.
Insomma, con un po’ di caffé in più e un po’ di sonno meno, hai risparmiato sei secondi di tempo sulla lettura! Già, ma… ne varrà davvero la pena? Lasciamo a ciascuno di valutare. Piuttosto, va sottolineato come questi risultati potrebbero avere grandi implicazioni per una migliore comprensione dei disturbi della lettura e di altri disturbi del neurosviluppo caratterizzati da un deficit di percezione globale.
E ora… andiamo a bere un buon caffè!