“Drawing The Holocaust”, raccontare i campi di concentramento attraverso i disegni dei prigionieri
In occasione della Giornata della Memoria, il film di Massimo Vincenzi mostra come l’arte sia stata fonte di sopravvivenza, di evasione, di mantenimento dell’Io. A scrivere la colonna sonora è Mattia Vlad Morleo, un compositore di soli 21 anni: “Molti giovani non sanno neppure perché si celebra la Giornata della Memoria, dobbiamo continuare a sensibilizzare per arginare il silenzio”
Schizzi e disegni realizzati dai prigionieri e dagli artisti internati, che riproducono la tragica realtà dei campi di concentramento di Theresienstadt, Mauthausen, Dachau, Bergen-Belsen, Buchenwald e Auschwitz. Il 27 gennaio in prima serata su Rai Storia, in occasione della Giornata della Memoria, c’è Drawing The Holocaust, il film di Massimo Vincenzi che mostra come, durante l’olocausto, l’arte sia stata fonte di sopravvivenza, di evasione, di mantenimento dell’Io.
La particolarità del film è anche che, a ideare le musiche originali che fanno da colonna sonora, è stato Mattia Vlad Morleo, un compositore di soli 21 anni: “Appartengo alla Generazione Z, sono quindi fra i nati tra il 1996 ed il 2010 – afferma –. Molti giovani non sanno neppure perché si celebra la Giornata della Memoria, c’è un vuoto, una mancanza di conoscenza proprio su quei temi che a mio parere andrebbero invece soprattutto trasmessi. Penso quindi che ognuno di noi abbia un compito. Sensibilizzare con racconti, immagini, video, film e musica è l’unico mezzo che abbiamo per far in modo di arginare il silenzio e quindi la possibilità di ritrovarci nuovamente in tali condizioni un giorno”.
Mattia, classe 2000, è considerato una promessa della musica per film: ha composto, tra le altre, la colonna sonora di Santa Subito di Alessandro Piva, film vincitore del Festival del Cinema di Roma, e del docufilm Fossoli – Anticamera per l’Inferno, che ha dato il via anche al sodalizio con il regista Massimo Vincenzi. In Drawing The Holocaust, seguendo le indicazioni e la visione del regista, con il pianoforte e un ensemble d’archi, il compositore ha confezionato una narrazione musicale che racconta le fragilità umane e la tragicità della realtà vissuta nei campi.
“Il mio contributo è quello di sensibilizzare attraverso la musica che compongo e che nasce dal manifestare sentimenti ed emozioni che coltivo nella mia interiorità e che sento il bisogno di trasmettere nella speranza di scuotere la sensibilità di ciascuno – conclude –. La storia ci appartiene e, per quanto dolorosa, non possiamo eluderla ma anzi abbiamo il compito, attraverso i mezzi che possediamo, di creare opportunità di conoscenza per non sbagliare di nuovo”.
Alice Facchini