Disabilità, inaugurata in Valtellina la Casa provinciale dell’accessibilità
Nata dall’idea di rendere la montagna fruibile a tutti, la struttura è un luogo aperto alle associazioni del territorio e alle persone disabili amanti delle attività all’aria aperta. Tanti i servizi e gli ausili messi gratuitamente a disposizione, tra cui handbike, cargo bike a joëlette
La montagna non deve essere un lusso, ma un bene di tutti e per tutti. È da queste premesse che nasce la Casa provinciale dell’accessibilità di montagna, situata nel Comune di Albosaggia, in Valtellina. Inaugurata a fine marzo, la Casa provinciale dell’accessibilità è dedicata ad Alberta Mostacchi, “mamma senza barriere” di Paolo e Andrea, venuta a mancare nel 2018. Nel 1989, all’età di 24 anni, Paolo ha avuto un incidente che lo ha reso fortemente disabile e da quel momento, piuttosto che metterlo in un istituto, sua madre Alberta ha scelto di dedicare la sua vita a lui.
“Questa casa è intitolata ad un’amica, ad una persona che con la sua vita è stata premonitrice di quello che stiamo portando avanti, prendendo in mano la fragilità, a mani nude – ha spiegato Walter Fumasoni, presidente dell’Associazione Dappertutto, che gestisce –. Anche noi in questa casa faremo come Alberta scegliendo di non adeguarci, ma di vedere il potenziale che c’è dietro ad una disabilità, la possibilità di vivere una vita piena, dappertutto”. Un progetto, quello della Casa provinciale dell’accessibilità, che mira proprio a mettere la fragilità al centro. “Scegliere di mettere ai margini la disabilità priva la società dei valori che la disabilità può portare e di cui la stessa società ha un profondo bisogno – ha detto ancora Fumasoni –. Accogliere la disabilità, vuole invece dire essere donne e uomini sempre migliori. Chi ha incontrato Paolo e Alberta ne è uscito più ricco”. “Come Albosaggia vogliamo diventare un Comune inclusivo, i prossimi passi saranno la realizzazione della casa di SPA-H e del rifugio etico alpino”, ha affermato Graziano Murada, sindaco del Comune di Albosaggia”. “Questa è una struttura aperta alla comunità – ha aggiunto Filippo Viganò, presidente del Csv Monza, Lecco, Sondrio –. Se le associazioni la vogliono usare si può chiedere. Facciamo anche un appello ai volontari: c’è bisogno di forza nuova per condurre le joëlette, fatevi avanti”.
La Casa provinciale dell’accessibilità ha, dunque, lo scopo di promuovere la cultura dell’accessibilità, offrendo spazi per iniziative di sensibilizzazione e servizi. In particolare, singoli famiglie e associazioni del territorio, potranno usufruire in maniera completamente gratuita di attrezzature sportive e ausili come joëlette, handbike e cargo bike ecc. Ma la Casa rappresenta anche un punto di partenza per organizzare escursioni accessibili a tutti, in montagna e non, e per la mappatura dei sentieri accessibili (sul sito Valtellina Outdoor si possono cercare gli itinerari con il simbolo della joëlette). Il Cai, inoltre, ha già cominciato a dotare i rifugi di montagna di carrozzine manuali a uso di quanti arrivano con la joëlette. Nella Casa, inoltre, è presente anche uno spazio officina per la riparazione degli ausili, servizi igienici accessibili con possibilità di fare una doccia e generi di prima necessità per ristorarsi.
Sono numerosi i soggetti che hanno contribuito alla costruzione della Casa. Tra questi, il Comune di Albosaggia, Gruppo di Azione locale GAL Valtellina “La Valle dei Sapori”, la Comunità Montana Valtellina di Sondrio, il Parco delle Orobie valtellinesi e la Provincia di Sondrio con il supporto del Centro di Servizio per il Volontariato Monza Lecco Sondrio e la collaborazione di numerose associazioni non profit del territorio. Gli arredi, invece, sono stati garantiti grazie alle donazioni di 73 sostenitori, che hanno partecipato a una campagna di raccolta fondi.