Disabilità e disturbi dell’apprendimento, materiale didattico accessibile nell’89% delle università
Presentato il rapporto dell’Anvur: oltre 11 milioni di euro le risorse impiegate per i servizi a studenti con disabilità e Dsa, ma c’è poco orientamento negli istituti superiori e solo il 56% degli atenei italiani offre la traduzione in Lis
Più consapevolezza da parte delle università italiane sull’importanza dei servizi e degli ausili per gli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) come strumenti fondamentali per il diritto allo studio. Parliamo di supporto alla didattica, accessibilità degli atenei, servizi di trasporto, tutorato, counseling e orientamento. È quanto emerge dal rapporto dell’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) “Gli studenti con disabilità e Dsa nelle università italiane, una risorsa da valorizzare”, presentato oggi a Roma nella sede della Conferenza dei rettori italiani (Crui) e realizzato in collaborazione con la Conferenza nazionale universitaria dei delegati per la disabilità (Cnudd).
“Questo primo rapporto è uno strumento estremamente utile che potrà affiancare quelli già esistenti e guidare la definizione e l’aggiornamento delle politiche in materia di diritto allo studio in favore degli studenti con disabilità e disturbi specifici dell'apprendimento - ha commentato la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa -. Allo stesso tempo, questo lavoro restituisce la fotografia di un sistema universitario che su questo fronte è attento, attivo e realmente impegnato nell’estendere, anche al di fuori delle mura degli atenei, la cultura dell’inclusione e la personalizzazione dei servizi. Lo scorso anno, per fronteggiare le difficoltà legate all'emergenza, il ministero ha destinato ulteriori 50 milioni di euro proprio per il co-finanziamento di attività di orientamento e tutorato a beneficio di quegli studenti che necessitano di azioni specifiche. Il diritto allo studio per tutti, infatti, è la nostra priorità”.
I numeri del rapporto
Il rapporto dell’Anvur è l’esito di una rilevazione che ha coinvolto 90 atenei statali, non statali e telematici su un totale di 98, con 36.816 studenti con disabilità o con Dsa che nell’anno scolastico 2019-2020 risultavano iscritti ai corsi di laurea e post-laurea: il 2% del totale degli studenti. Il 71% è iscritto ai corsi triennali, il 15% ai corsi magistrali e l’11,6% ai corsi magistrali a ciclo unico. Tra coloro che proseguono nei corsi post-laurea, 94 sono iscritti al dottorato. La componente femminile è maggioritaria (52%) e la sua incidenza cresce man mano che si innalza il livello di studio. Soltanto nei corsi di dottorato prevale la componente maschile, che è del 55%.
Un dato inedito è quello relativo alla distribuzione degli studenti nelle diverse aree disciplinari dei corsi di studio. La maggior parte di loro è iscritta ai corsi di area sociale (35%) e di area scientifica (30%), seguiti da quelli dell’area umanistica (23%) e sanitaria (10%).
Tra gli immatricolati, invece, gli studenti con Dsa hanno ormai superato gli studenti con disabilità: il 60% delle matricole ai corsi di studio triennali e il 51% di quelle ai corsi magistrali a ciclo unico, infatti, sono studenti con disturbi specifici dell’apprendimento. Il fenomeno è particolarmente accentuato negli atenei del Nord-Ovest e del Nord-Est, ma si tratta comunque di un trend in crescita anche nelle altre aree geografiche.
La rilevazione ha riguardato anche i corsi ad accesso programmato che prevedono prove selettive per l’ammissione. Nell’anno 2019-2020 vi hanno partecipato 3.459 studenti con disabilità e 6.409 studenti con DSA facendo registrare una percentuale di superamento del 74,8% nel primo caso e del 64% nel secondo caso. Performance al di sopra del dato medio sono state ottenute da entrambi i gruppi di studenti nelle prove di accesso ai corsi di area umanistica, mentre risultati al di sotto della media riguardano i corsi di area sanitaria.
Gli studenti che hanno completato il percorso di studi (triennale, magistrale o magistrale a ciclo unico) sono stati 3.589. Il 38% si è laureato in corsi di area sociale, il 30% di area scientifica, il 20% di area umanistica e l’11% di area sanitaria.
Le risorse e il personale
Le risorse che il sistema universitario impiega per i servizi a studenti con disabilità e Dsa ammontano a 11.364.536 euro. Le entrate prevalenti derivano dal Fondo per il finanziamento ordinario delle università legge (66%) e dal finanziamento diretto dell’ateneo (33%). Dall’entrata in vigore della legge 17/1999, l’iniziale stanziamento ha subito modesti incrementi certamente non proporzionati alla crescita degli studenti disabili e con Dsa. I pochi finanziamenti derivanti da bandi ed enti privati riguardano quasi esclusivamente le università medio-grandi.
Negli atenei circa la metà della spesa per il personale è destinata a soggetti esterni per l’erogazione dei servizi a beneficio degli studenti disabili e con Dsa. È invece modesta la quota destinata agli investimenti (4%). Inoltre le università statali hanno un numero di dipendenti per i servizi per la disabilità e i Dsa doppio rispetto agli atenei non statali (3 contro 1,5) e gli atenei più grandi impiegano mediamente più dipendenti rispetto ai piccoli atenei (5 contro 2). L’82% delle università coinvolge personale esterno per l’erogazione dei servizi per la disabilità e Dsa, per un totale di circa 1.500 collaboratori.
I servizi e le reti sociali
Tra i vari servizi rilevati, l’orientamento specifico in entrata su appuntamento è garantito dal 93% degli atenei. Tuttavia, è ancora bassa la percentuale (48%) di quelli che fanno orientamento negli istituti superiori. Per quanto riguarda i servizi di supporto alla didattica, al primo posto si trova la fornitura di materiale in formato accessibile, garantita dall’89% degli atenei; seguono i servizi di tutoraggio specializzato (71%) e i servizi di traduzione in lingua dei segni (56%) e generalmente gli atenei più piccoli sono molto più attivi rispetto a quelli grandi. Tra gli ausili che gli atenei offrono agli studenti con disabilità e Dsa, invece, i più “gettonati” sono gli apparecchi informatici multimediali, presenti nell’80% degli atenei, mentre fanalino di coda sono i display Braille con il 25%, percentuale che però sale al 91% se si considerano i soli atenei statali.
L’aumento della domanda di servizi a favore di studenti con disabilità e Dsa ha indotto numerosi atenei a esternalizzarli. Significativo è il numero di accordi e partnership che gli atenei sottoscrivono con aziende e istituzioni pubbliche (146), con organizzazioni del Terzo Settore (98) e con aziende private (55). I servizi esternalizzati riguardano le attività culturali e sportive (61), la ricerca scientifica su disabilità e Dsa (55), il trasporto (49), la didattica (48), il counseling (46) e l’assistenza alla persona (38). La maggior parte degli accordi e delle partnership è stipulata dagli atenei pubblici (piccoli e medi) ed dovuta probabilmente alla difficoltà di offrire servizi con risorse proprie per far fronte all’aumento degli studenti con disabilità e Dsa.
Considerazioni finali
A trarre le conclusioni è stato il direttore dell’Anvur Daniele Livon, che si è soffermato in particolare “sull’esigenza di aggiornare il quadro normativo e finanziario di riferimento che non è più attuale, sull’attenzione che deve essere dedicata alle attività di orientamento specifico nel rapporto tra scuole superiori e università, sulla necessità che si attivino forme di collaborazione strutturata e permanenti tra atenei collocati nelle stesse Regioni e che le rilevazioni dei dati siano permanenti ed estese al settore dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica”. Livon ha ricordato, infine, l’attenzione che l’Agenzia dedicherà a disabilità e Dsa nell’ambito del nuovo modello di valutazione e accreditamento periodico delle università. (mt)