“Dentro la prima zona rossa”, una mostra sul primo lockdown italiano
In occasione del secondo anniversario dall'istituzione della prima zona rossa a Codogno, l'iniziativa del fotografo Marzio Toniolo e Fondazione Soleterre. Un diario del tempo trascorso in casa con la propria famiglia, composta da quattro generazioni differenti. Dal 16 febbraio 2022 al 2 marzo
Si inaugura il 16 febbraio 2022 e proseguirà fino al 2 marzo, la mostra “Dentro la prima zona rossa”, ospitata presso l’Ex Ospedale Soave di Codogno (LO) e realizzata dal fotografo Marzio Toniolo insieme a Fondazione Soleterre e con il Patrocinio della Città di Codogno, in occasione del secondo anniversario dall’istituzione della prima zona rossa italiana a Codogno. Durante la mostra, si legge in una nota, saranno esposte le fotografie attraverso cui Marzio Toniolo ha “immortalato” raccontando in prima persona il primo lockdown italiano, trascorso in casa con la propria famiglia composta da quattro generazioni differenti, metafora di un intero Paese.
"L’obiettivo del percorso espositivo è quello di riflettere insieme sul passato, il presente e il futuro, attraverso i volti comuni e ordinari di uomini, donne, anziani e bambini che per primi in Occidente sono stati colpiti dalla pandemia. - si legge - Centrale è l’attenzione alle conseguenze emotive e psicologiche della pandemia, e da qui il sostegno di Marzio Toniolo, attraverso la mostra, a Fondazione Soleterre, impegnata con la propria Rete Nazionale di Supporto Psicologico Covid-19 a garantire su tutto il territorio italiano assistenza a malati, familiari di vittime, operatori sanitari, studenti, genitori, persone in difficoltà economica e sociale, ma anche a tutti coloro che stanno affrontando un disagio o uno stato d’animo difficile. Grazie all’istituzione di un centralino attivo in tutta Italia, è possibile entrare in contatto con il primo psicologo disponibile, tra i quasi 100 professionisti della rete alle prese con la “pandemic fatigue”, una fatica mentale dovuta alla mancanza di energie non fisiche, ma psichiche che ha l’effetto di immobilizzarci.
“Credo che in questo momento storico sia molto importante dare una mano agli altri, ognuno con i propri mezzi. - sottolinea Marzio Toniolo, fotografo e ideatore della mostra - Da qui nasce l’idea di Soleterre, che ho voluto appoggiare con grande entusiasmo, in cui una mostra personale diventa il mezzo per rendersi utili in modo concreto. Fotografia come mezzo per raccontare, per ascoltare e per ascoltarsi. C’è un fine sociale in tutto questo e ciò, come uomo in primis e poi come fotografo, è quello che più mi rende felice. Per questo motivo ringrazio Reuters per la possibilità che mi ha dato di far conoscere il mio progetto fotografico in Italia e nel mondo”.
La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 19, con ingresso gratuito. Il primo sabato di apertura della mostra, il 19 febbraio alle ore 17, si terrà un incontro sul tema “Adolescenti e Covid-19” con Damiano Rizzi (Presidente Fondazione Soleterre e Psicoterapeuta dell’età evolutiva), Marzio Toniolo (fotografo e insegnante), Giulio Costa (psicoterapeuta di Fondazione Soleterre), Alessio Lasta (giornalista, scrittore e inviato per Piazzapulita LA7) e altri ospiti in via di definizione.
“Esistono emozioni che non trovano parola. Esistono emozioni che trovano espressione attraverso le immagini. Nonostante la psicologia sia associata alla parola e sia considerata una 'cura della parola', assegna in realtà un ruolo cruciale alle immagini. La rappresentazione per immagini è la modalità per eccellenza attraverso cui elaboriamo le nostre esperienze e ciò è anche testimoniato dalla centralità dei sogni - afferma Giulio Costa, psicologo referente per Soleterre della provincia di Lodi. - La fotografia ci permette di aprire un varco tra il nostro mondo interno e quello esterno, proiettando ciò che a volte può essere indicibile. In un millennio in cui ha assunto attraverso i social-network una dimensione sempre più narcisistica per immortalare sé stessi, la pandemia ha ribaltato la prospettiva dell’obiettivo tornando a raccontare l’altro. Marzio Toniolo attraverso il suo diario fotografico, per primo, ha raccontato ciascuno di noi”.