Dalla piazza al voto, così “i ragazzi si riprendono il diritto-dovere alla partecipazione”
Il pedagogista Daniele Novara riflette sull'impegno a cui sono chiamati i giovani in questi giorni: dalle manifestazioni per l'ambiente al voto politico: “Dovete chiedere il mondo che meritate: un mondo migliore”
“Fanno bene a scioperare per il clima” e sono chiamati a “votare bene”: così i ragazzi, tra oggi e domenica, sono chiamati e rispondono all'appello. L'appello a una partecipazione che, negli ultimi anni, è stata loro negata, impedita dall'emergenza sanitaria che li ha costretti a ritirarsi nel privato. Ma ora tornano a farsi vedere, a riempire le piazze, per una protesta che è “giusta”: la protesta per il clima, che oggi ha portato in strada tanti di loro, nel primo dei Fridays for future di questo nuovo anno scolastico. E sono chiamati, in questi giorni, anche a un altro appuntamento, quello con le urne: tanti di loro, per la prima volta, esprimeranno il loro voto.
E' una partecipazione, questa, a cui guarda con grande favore Daniele Novara, pedagosta e fondatore del Centro psicopedacogico per l'educazione e la gestione dei conflitti.
La piazza, innanzitutto: oggi in tanti si sono riversati sulle strade per lo sciopero globale per il clima, portando le proprie preoccupazioni e le loro proteste: “I ragazzi fanno bene a scioperare per il clima! - afferma Novara - Stiamo vivendo un problema molto serio, un dramma mai visto che può compromettere la vita stessa sul Pianeta. Di fronte a questo non posso che essere favorevole alle manifestazioni di oggi. Giovani che esprimono una necessità vitale di cambiare qualche cosa che può danneggiarli nella vita futura, nella vita adulta. Dobbiamo chiudere le scuole per un giorno? Facciamolo! E ben venga che i giovani diano segnali di rottura, perché altrimenti il mondo adulto si rintana nelle sue comode abitudini, nei suoi vantaggi. Sembra quasi dire: "Noi non ci saremo, e quindi chi se ne frega'. Quindi dico grazie a questi giovani, che ci ricordano un'emergenza che la politica e l'opinione pubblica non riescono ad affrontare adeguatamente, bollandola come 'noiosa'. Di noioso c'è solo l'indolenza del mondo adulto, che non sa riconoscere la vita nei suoi valori reali e profondi. A questi giovani va la mia riconoscenza, perché al 'chi se ne frega' di atavica memoria, rispondono con una presenza piena di passione, di autenticità, di voglia di vivere”.
Una passione che a volte incontra l'ostacolo di una regole rigide e perfino repressive: come è successo alle due studentesse diVoghera, “portate in Questura e denunciate per aver manifestando pacificamente davanti al liceo 'Severino Grattoni' per promuovere lo sciopero per il clima – ricorda Novara - Una decisione sbagliata. La mia più grande solidarietà alle ragazze fermate. Sono sicuro che sarete ancora in piazza, insieme a milioni di ragazze e ragazzi di ogni nazione, per chiedere il mondo che meritate, un mondo migliore”.
Dopodomani, invece, un altro impegno chiamerà giovani, alcuni di loro per la prima volta: l'impegno del voto. “Votare non è solo un diritto – osserva Novara - ma la precisa necessità di una buona educazione: alla politica, alla gestione del bene comune, alla responsabilità condivisa. Votando si prende posizione, si impara a chiarire qual è il proprio modello di società e si contribuisce alla democrazia. Democrazia che non è scontata e che oggi rappresenta una minoranza come sistema politico nel complesso dei sistemi politici del mondo – continua - Teniamocela stretta e costruiamola con cura”.
L'invito è quindi a votare e a votare bene. Ed ecco alcune indicazioni (non di voto, ma di merito) che Novara suggerisce agli elettori, giovani e meno giovani: “Votiamo e facciamo votare chi difende i diritti di tutti i bambini e le bambine e non solo di quelli italiani; chi si rivolge agli elettori col termine cittadini e non col termine patrioti; chi difende le ragioni dell’ambiente perché sono le ragioni di noi tutti e non solo quelle degli alberi. Votiamo e facciamo votare chi sostiene che i bambini e le bambine hanno bisogno di nidi d’infanzia e non dei nonni e delle mamme a tempo pieno; chi sostiene le vocazioni pacifiste della nostra Costituzione Repubblicana; chi non porta nel proprio simbolo immagini che ricordano tragedie storiche non giustificabili. Votiamo e facciamo votare chi crede che l’Europa sia un’entità imperfetta, ma più imperfetta è la ragione sovranista che pretende l’isolamento nazionale”.
Chiara Ludovisi