Cresce la povertà a Bologna, a pagare sono soprattutto le donne

La fotografia scattata dalle Acli sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2021. La presidente Chiara Pazzaglia: "Le persone sole sono un'emergenza nell'emergenza"

Cresce la povertà a Bologna, a pagare sono soprattutto le donne

Difficile stabilire con precisione il ruolo giocato dalla pandemia, ma i redditi dei bolognesi stanno calando e a farne le spese sono soprattutto le donne. Questa almeno la fotografia scattata dalle Acli sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2021 (sulla base dei redditi 2020) confrontate con l'anno fiscale precedente. Valutate anche le 8.799 attestazioni Isee rilasciate nel 2021. Ebbene sulle 21.260 dichiarazioni dei redditi dello scorso anno, ce ne sono 5.487 con reddito inferiore ai 15.000 euro. Inoltre "va sottolineato lo sbalzo che c'è tra i generi. Dove ci sono le donne il reddito è più basso. E il peso delle donne, dove il reddito si alza, si riduce drasticamente", fa notare Simone Zucca, presidente del Caf Acli, che ha presentato oggi il report durante una conferenza stampa.

Ma "la cosa che ci preoccupa di più è che le bolognesi sono più povere", sottolinea la presidente delle Acli Chiara Pazzaglia. Se si considerano le 3.645 dichiarazioni Isee all'interno della soglia per ottenere il reddito di cittadinanza (meno di 9.360 euro), il 57% fa riferimento da nuclei famigliari formati da una sola persona, che spesso hanno redditi vicini allo zero. Più del 50% sono donne sole. "Questa è una emergenza nell'emergenza, perchè un conto è essere poveri con una famiglia che fa da cuscinetto come welfare, un conto è esserlo da soli senza questo salvagente", evidenzia Pazzaglia.

Inoltre, nel campione Acli ci sono altre 217 persone con un Isee appena superiore (entro 10.000 euro) ma che non hanno diritto al reddito di cittadinanza, come pure le 1.216 persone entro i 15.000 euro. Per la presidente Acli "è pericoloso che il reddito di cittadinanza non vada a coprire interamente la fascia della povertà e si scambi l'assegno unico, che dovrebbe essere un incentivo alla natalità, con un sostegno alle classi più povere".

I dati raccolti a Bologna dalle Acli sull'assegno unico segnalano infatti che il 54% di chi ha fatto la dichiarazione Isee percepirà il massimo previsto di 175 euro per figlio. Il presidente del patronato Acli Filippo Diaco resta in attesa di dati più completi sull'assegno unico e si riserva di trarre più avanti le conclusioni del caso. "Bene, in parte, l'assegno unico, ma dobbiamo pensare ai tanti universitari che una volta concluso il percorso di studi se ne vanno da Bologna. Bisogna sollecitare il Governo dovrebbe favorire una defiscalizzazione riducendo le tante trattenute in busta paga".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)