Coronavirus. L’Istituto della donazione lancia la campagna #ildonononsiferma
Raccontare il dono anche in questi giorni di emergenza per il Paese. Questo l’obiettivo della campagna voluta dall’Iid. Il presidente Stefano Tabò: “Restare a casa non significa smettere di esserci per gli altri”
ROMA - “Restare a casa non significa smettere di esserci per gli altri”. L’appello arriva dall’Istituto italiano della donazione (Iid), attraverso le parole del suo presidente Stefano Tabò, che oggi lancia una nuova campagna dal titolo #ildonononsiferma per raccogliere storie, scritti, foto, video che raccontino il dono in questi giorni di difficoltà per il Paese. “Un progetto a cui tutti possono contribuire - spiega una nota dell’istituto -, raccontando e raccontandosi, per raccogliere buone pratiche che (nel rigoroso rispetto delle disposizioni emanate dalle autorità competenti) possano essere riproposte anche da altre persone, anche in altri territori”.
“Questa emergenza, se da un lato ci dà occasione per riflettere sulla nostra fragilità di esseri umani, dall'altro può e deve diventare stimolo per ripensare la prossimità - ha spiegato Tabò -, per reinventarci quali soggetti capaci di nuove forme di dono. Il Giorno del Dono è stabilito per legge il 4 ottobre, ma l'invito che vi faccio oggi è diverso: celebratelo oggi, celebratelo ogni giorno. La speranza e la positività che seminiamo oggi daranno frutto prima di quanto si possa immaginare”. È possibile inviare le storie all’indirizzo comunicazione@istitutoitalianodonazione.it oppure sui profili social taggando l’Istituto o ancora via whatsapp al 333.4834475. “Il nostro invito – sottolinea Cinzia Di Stasio, segretario generale Iid – è rivolto sia alle associazioni che devono ripensare, spesso completamente, la loro attività ma anche ai Comuni che stanno ideando numerose iniziative per non lasciare soli i più deboli, senza trascurare le imprese che si stanno rivelando soggetti preziosi per la loro capacità di innovare nel breve periodo, mettendo in secondo piano il profitto. Protagonisti saranno sicuramente gli studenti che, anche se lontani dai compagni e insegnanti, saranno ancora una volta maestri di dono e con semplicità sapranno trasmettere quella positività che è insita nella loro giovane età”.