Coronavirus, Zuccolini (Sant'Egidio): più famiglie chiedono il nostro aiuto
"Un aiuto alle categorie più fragili, soprattutto ad anziani e senza dimora. Senza dimenticare le famiglie che rischiano la povertà". Ad illustrare l'attività della Comunità di Sant'Egidio, durante l'emergenza, è Roberto Zuccolini
Un aiuto alle categorie più fragili, soprattutto ad anziani e senza dimora. Senza dimenticare le famiglie che rischiano la povertà per le quali le difficoltà economiche "si inizieranno a vedere tra qualche mese".
Ad illustrare l'attività della Comunità di Sant'Egidio, durante l'emergenza coronavirus, è Roberto Zuccolini. Intervistato dall'agenzia Dire, spiega: "Quando è cominciata l'emergenza, la nostra preoccupazione si è rivolta soprattutto alle categorie più fragili, vittime di questa emergenza. Abbiamo pensato subito alle persone che conosciamo da tempo, i nostri amici durante tutto l'anno, cioè gli anziani e i senza dimora. Gli anziani sono i più a rischio dal punto vista sanitario. C'è il problema isolamento, un discorso che riguarda due realtà che vivono gli anziani in questo momento". Secondo Zuccolini "ci sono cioè quelli a casa, gli ultra 75enni, ai quali e' stato detto di stare a casa, che vivono in isolamento. Con il programma 'Viva gli anziani', che esiste già in parecchie città italiane ed è una rete di monitoraggio, abbiamo intensificato i contatti già esistenti. In questi giorni solo a Roma abbiamo fatto 6mila telefonate, per sapere come stanno, se hanno necessità, se hanno bisogno della spesa o dei medicinali. Questo è un servizio che facciamo, ovviamente gratuitamente".
E poi, continua, "accanto a questi, c'è il problema degli anziani che stanno in istituto. In questi giorni stanno emergendo realtà terribili: anziani che muoiono, che si infettano. Abbiamo lanciato un appello forte, a Governo e Regioni, perché mettano su una task force di medici che vadano a ispezionare queste strutture, che temiamo non abbiano messo in moto le precauzioni che dovevano".
A Roma, dice ancora Zuccolini, "un terzo dei contagiati risiede in strutture per anziani. C'è stata una mancanza, bisogna agire per frenare questa situazione terribile per la popolazione anziana".
Un'altra categoria fragile è quella dei senza dimora: "Non hanno casa e non sanno come fare, quando si dice 'restate a casa'. Alcuni non sapevano neanche cosa stesse succedendo. Siamo andati a trovarli, portando loro da mangiare. In questi giorni ricevono meno aiuti, anche perché le città sono deserte e i bar e i ristoranti sono chiusi".
In una situazione così difficile, però segnali positivi ne arrivano: "Le nostre mense di Sant'Egidio in tutta Italia sono sempre aperte, sono gestite dai nostri volontari applicando le misure di sicurezza. È un servizio essenziale in questi giorni. Nei centri è aumentata la frequenza delle persone che vengono a chiedere pacchi alimentari- spiega- In tutta questa situazione di emergenza, abbiamo però constatato che ogni giorno aumenta l'offerta di persone che per mail o chiamando ci dicono che vogliono venire ad aiutarci. Questo ci ha colpito, e' grande la solidarietà, che non si ferma, di chi ci chiede come poter essere di aiuto o di chi ci fa offerte, anche commoventi, che arrivano da persone comuni. E' una situazione che riguarda molto Roma, ma che registriamo anche nel resto d'Italia".
Le conseguenze economiche della crisi dovuta al coronavirus, prosegue Zuccolini, "si vedranno tra un po' di tempo. Ora è presto per dirlo. Sicuramente abbiamo visto più persone nei nostri centri. Abbiamo avuto già un aumento di circa il 15-20% di persone in più che si rivolgono ai nostri centri per chiedere aiuto. La gente vuole essere rassicurata. E la migliore cosa èla presenza, anche telefonica o in video. Che mandiamo ad esempio agli anziani. Rompere l'isolamento e' anche forma di prevenzione molto forte".