Coronavirus Covid-19. Fabbretti (Bcc Sarsina): “Non solo ‘Cura Italia’ ma anche solidarietà e vicinanza”
Cinquemila euro per dispositivi di protezione individuale e assistenza alle persone più fragili: a donarli alla Misericordia di Sarsina è stata la locale Banca di Credito Cooperativo (Bcc) che in questa fase di pandemia continua a sostenere concretamente il territorio di cui è storica espressione. La banca venne fondata nel 1913 da alcuni sacerdoti nel solco della Rerum Novarum di Leone XIII. Oggi, dopo 107 anni, continua a tenere vivi i valori della Dottrina sociale della Chiesa. Il presidente Fabbretti: "La solidarietà è uno dei nostri principi cardine insieme alla mutualità, alla crescita e alla vicinanza alle nostre comunità"
Cinquemila euro per dispositivi di protezione individuale e assistenza alle persone più fragili: a donarli alla Misericordia di Sarsina (Forlì-Cesena) la Banca di Credito Cooperativo (Bcc) di Sarsina (Fc) che in questa fase di pandemia continua a sostenere concretamente il territorio di cui è storica espressione. Non un gesto ‘spot’ ma un ulteriore segno di attenzione di questa che è la più piccola Bcc della regione Emilia-Romagna e che, nonostante fusioni e allargamenti anche nel mondo del credito e del credito cooperativo, ha voluto mantenere fede ai principi costitutivi ed ispiratori dei propri fondatori, tra i quali si annoverano anche tre parroci. La banca nasce a Sarsina, nella valle del Savio, nel 1913 come cassa rurale nel solco dell’enciclica di Papa Leone XIII, “Rerum Novarum” (1891), da cui trae origine la storia della cooperazione e in particolare quella del credito cooperativo. La fraternità, la solidarietà, il rifiuto dell’indifferenza, la gratuità, secondo Leone XIII, sono il più basilare rimedio ai conflitti, anche economici, e il punto di partenza per costruire una società giusta ed equa.
Ieri come oggi. “La nostra nasce come una piccola cassa all’interno della parrocchia – conferma il suo presidente, Mauro Fabbretti – grazie a un gruppo di fondatori, guidato dai parroci, che aveva come obiettivo la solidarietà mutualistica fra artigiani e agricoltori che spesso non avevano soldi sufficienti nemmeno per la semina. È la storia di uomini che si sono dati da fare per lo sviluppo economico e sociale di questa terra. La solidarietà è, ancora oggi, dopo 107 anni, uno dei nostri principi cardine insieme alla mutualità, alla crescita e alla vicinanza alle nostre comunità”. L’economia, insomma, non può essere l’unica guida del vivere sociale. Lo testimonia l’aiuto e il sostegno dato alle famiglie, alle piccole e medie imprese che popolano questo lembo di terra dell’appennino romagnolo, anche durante la grave crisi economica del 2008. “A differenza di altri – ricorda Fabbretti – in quegli anni non abbiamo ‘chiuso i rubinetti’, non siamo scappati, ma ci siamo sobbarcati i bisogni del nostro territorio aiutando molti nostri imprenditori e famiglie a rialzarsi”.
In tempo di Covid-19. Lo stesso sta accadendo in questi primi mesi di 2020 con la pandemia Covid-19. L’Emilia Romagna, con Lombardia e Piemonte, è una delle regioni più colpite dai contagi. “Questo è il momento di stare ancora più vicino al nostro territorio perché c’è una dimensione economica e sociale della pandemia che è drammatica” afferma senza tanti giri di parole Fabbretti che presiede anche la Federazione Bcc dell’Emilia-Romagna (gruppo Cassa Centrale Banca). Quest’ultima, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, ha già stanziato 1,2 milioni di euro a favore degli ospedali situati nei territori di competenza di ogni singolo istituto di credito. Una parte dei fondi è riservata anche a enti e associazioni per l’assistenza sociale, “in questo momento indispensabile”. Per Fabbretti
“non si tratta solo di applicare le norme contenute nel ‘Cura Italia’ o nel decreto ‘Liquidità’, ma anche di studiare in modo particolareggiato ogni realtà aziendale e famiglia che ricorre a noi per offrire una risposta sostenibile e commisurata al reale bisogno. Noi riusciamo a farlo perché conosciamo chi c’è dietro queste realtà. Non sono numeri ma persone. È proprio su questo punto che si consuma la storia secolare del legame tra la nostra banca e il suo territorio”.
Oggi la Bcc di Sarsina ha 24 dipendenti, 1030 soci e 5 filiali che coprono tutta la media e alta Valle del Savio: oltre alla sede centrale di Sarsina, si contano le filiali di Bora di Mercato Saraceno, di Mercato Saraceno, di San Piero in Bagno e, da ultimo, di Gualdo di Roncofreddo. “La nostra caratteristica – dice Fabbretti che è coadiuvato dal direttore generale, Mauro Freschi – è quella della finanza circolare, vale dire che re-investiamo nel nostro territorio il 95% di quello che raccogliamo sul risparmio”.
Con una attenzione particolare alla solidarietà. “L’ultima donazione alla Misericordia di Sarsina – ribadisce Fabbretti – rientra in un piano di azione che ha radici nella nostra storia. Basti pensare che ogni nostro socio è personalmente impegnato nel mondo del volontariato in organismi come Caritas, Misericordia, Protezione civile, Pro Loco, associazioni culturali e ricreative di vario tipo”.
“Il volontariato è per noi fondamentale perché è un moltiplicatore di bene”.
Un esempio concreto in queste lunghe settimane di quarantena forzata: “in tutto il nostro territorio ci sono molti anziani rimasti soli in casa che devono essere assistititi. I volontari della Misericordia stanno andando nelle loro abitazioni per portare il necessario, pasti, spesa, medicine, per trovarli e conoscerne le richieste. Sostenere la Misericordia e le altre associazioni impegnate sul campo è per noi un dovere morale ed etico”. Lo stesso avviene anche per il mondo della scuola, dello sport, della cultura, con il Plautus festival, dell’impegno ambientale e naturalistico, tutti ambiti dove la Bcc è presente. Lo sanno bene gli abitanti dei comuni di Bagno di Romagna, Mercato Saraceno, Sarsina che si sono visiti donare tra le varie cose, anche mezzi di trasporto, scuolabus e attrezzature didattiche.
A fianco della Chiesa. “Vicinanza concreta che – sottolinea il presidente – tocca anche tutte le parrocchie della Valle del Savio. Con la Curia vescovile di Cesena-Sarsina siamo impegnati anche in progetti in Paesi in Via di Sviluppo. Buona parte di ciò che guadagniamo viene così redistribuita nel territorio sotto forma di sostegno a queste attività”. “Le nostre – conclude Fabbretti – sono le ambizioni di una vera piccola Cassa Rurale, nata sull’onda delle tante iniziative sociali della Chiesa sarsinate, per secoli vero faro dello sviluppo di questa Valle. Anche così diamo seguito alle parole di Papa Francesco ‘Nessuno si salva da solo, siamo tutti chiamati a remare insieme’”.