Cooperative sociali e appalti pubblici. Le organizzazioni sindacali e di settore: "Necessario l’adeguamento del costo del lavoro"
A quasi un anno dal riconoscimento dell’aumento economico per i lavoratori della cooperazione sociale, come definito dal rinnovo del contratto nazionale del settore, è urgente introdurre i consoni adeguamenti negli appalti pubblici del Veneto. Diversamente, ciò inciderà in misura grave sul costo del lavoro per le circa 800 cooperative sociali del Veneto, sentenziando il rischio di insostenibilità per alcune e la lesione dei diritti dei loro 40mila lavoratori.
È stata questa la grande questione posta all’ordine del giorno nel recente incontro richiesto da Cisl Fp e Fisascat, UIitucs e Uilfpl, Legacoop e Confcooperative del Veneto ─, organizzazioni che compongono il Comitato misto paritetico regionale ─, all’assessore alla Sanità, Servizi sociali e Programmazione sociosanitaria Manuela Lanzarin.
Alta, infatti, la preoccupazione delle associazioni e delle sigle sindacali per il mancato adeguamento, che mette a repentaglio la qualità nell’erogazione dei servizi, per lo più di cura,
assistenza e inclusione e rivolti a fasce fragili della popolazione. Tutto ciò, peraltro, favorisce
l’affidamento del servizio o l’aggiudicazione dell’appalto secondo la logica del “massimo ribasso”, principio che lede la cooperazione “buona e sana”, escludendola dalle gare, e lascia spazio a possibili infiltrazioni di cooperative spurie.
Di fronte a questo scenario illustrato dalle organizzazioni all’assessore, la Lanzarin si è resa
disponibile ad affrontare la questione: «Dando atto che già nelle recenti procedure di gara le
Aziende attualizzano il costo del lavoro, mi sono comunque impegnata a promuovere gli incontri per valutare le misure affinché le Ulss recepiscano nei propri bandi di appalto criteri tesi a premiare la qualità dei servizi offerti, tenuto conto, ad ogni modo, come già oggi i bandi siano redatti secondo il criterio dell’offerta economicamente vantaggiosa, con l’assegnazione di 70 punti alla qualità tecnica dell’offerta e di 30 punti al prezzo».
«Siamo soddisfatti per la disponibilità e l’impegno a lavorare insieme dichiarati dall’assessore, che ha confermato di comprendere appieno la criticità della situazione: abbiamo riscontrato un terreno fertile di dialogo e di ascolto. L’obiettivo comune è evitare che le cooperative rispettose del contratto collettivo nazionale siano messe a dura prova nella loro stabilità economica, minando così anche l’occupazione, l’innovazione sociale e il welfare del territorio in cui operano» commentano le organizzazioni, che hanno anche rinnovato alla Lanzarin la richiesta di istituire un tavolo permanente con le istituzioni locali coinvolte nella gestione degli appalti dei servizi sociali e sociosanitari.
In occasione dell’incontro i membri del Comitato hanno richiamato il “Protocollo sulla legalità in materia di appalti pubblici”, recentemente siglato da Cisl Fp e Fisascat, UIitucs e Uilfpl, Legacoop e Confcooperative del Veneto e già inviato agli enti competenti assieme alle tabelle ministeriali sul costo del lavoro delle cooperative sociali. Un documento che è un patto reciproco e una piattaforma comune di impegno e di visione, per contrastare discrezionalità e parzialità nell’affidamento dei servizi da parte degli enti pubblici, tutelare le cooperative sociali “sane” e mettere in campo azioni di monitoraggio e di contrasto di quegli appalti che scelgono come unico criterio dell’aggiudicazione il “minor prezzo”.