Cittadinanza, a rischio la riforma ius scholae tra ritardi e ostruzionismo

Saltata la calendarizzazione a maggio, continua l’esame sui singoli emendamenti (oltre 500). Tavolo per la cittadinanza: “L’ostruzionismo a cui stiamo assistendo è uno spettacolo indecoroso”. Il relatore della legge, Brescia (M5S): “La commissione deve poter votare gli emendamenti, come fatto su tante altre proposte di legge”

Cittadinanza, a rischio la riforma ius scholae tra ritardi e ostruzionismo

La riforma della cittadinanza rischia un’altra volta di rimanere in un cassetto. Saltata la calendarizzazione per il mese di maggio, la discussione in aula del provvedimento basato sullo ius scholae slitta ancora: se ne riparlerà forse nel mese di giugno. Intanto in Commissione Affari costituzionali continua l’analisi degli oltre 500 emendamenti presentati per la maggior parte da Lega e Fratelli d’Italia. Senza la calendarizzazione, non potrà essere chiesto il contingentamento dei tempi di discussione sulle modifiche presentate. E l’analisi procede a rilento.

L’ostruzionismo a cui stiamo assistendo sullo Ius Scholae è uno spettacolo indecoroso che gioca con la vita di centinaia di migliaia di cittadini italiani di fatto, ma non per legge” sottolinea in una nota il Tavolo per la cittadinanza, formato da Movimento Italiani senza cittadinanza, CoNNGI, Acli, Amnesty International Italia, ARCI, Cantiere Casa Comune, Caritas Italiana, Cgil, Cild, Cittadinanzattiva, Comunità di Sant’Egidio, Cospe, Lunaria, Rete Studenti Medi, Save The Children, Udu. 

“Che il tempo per l’approvazione della nuova proposta di riforma attualmente in discussione alla Commissione Affari costituzionali della Camera fosse poco lo si sapeva dal principio. Le esperienze passate ci hanno insegnato che approvare una riforma di questo tipo – seppur parziale – in pochi mesi è difficile. Quello che vorremmo è però che a decidere su questa legge non fossero 'manovre di disturbo', ma un voto di cui ciascuno si possa assumere le proprie responsabilità, evitando di nasconderle sotto il tappeto delle tecniche parlamentari” continua la nota -. L’Italia ha bisogno urgente di una riforma della legge 91/92 che regoli l’accesso alla cittadinanza per chi, straniero, è nato in Italia o vi è arrivato entro il dodicesimo anno di età. Tenere nell’incertezza del loro futuro migliaia di giovani danneggia loro stessi, ma anche tutto il paese. Comporta costi burocratici alti per gestire le pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno. Incrementa la fuga di migliaia di giovani, tutte quelle ragazze e quei ragazzi che crescono e si formano nelle scuole italiane e che, proprio a causa dell’incertezza sul loro futuro, preferiscono andare a lavorare all’estero dove, non solo a livello di trattamento professionale, ma anche per le leggi sulla cittadinanza, possono diventare a pieno titolo cittadini di quei Paesi in meno tempo e con meno ostacoli, contribuendone alla crescita”.

In particolare le organizzazioni chiedono che si proceda speditamente con l’esame e la votazione degli emendamenti, e che la discussione del testo sia calendarizzata in aula alla Camera il prima possibile. “Ricordiamo che la calendarizzazione in aula è possibile anche in caso di ostruzionismo in Commissione se le forze politiche che sostengono la riforma esprimono una volontà politica comune a sostegno di un aggiornamento della calendarizzazione - conclude la nota -. Il destino della riforma è, a questo punto, nelle loro mani; lasciarla naufragare significherebbe deludere, ancora una volta, le aspettative di centinaia di migliaia di giovani e di quella parte del paese che si riconosce in questa battaglia.

Anche per il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera e relatore del provvedimento, Giuseppe Brescia (M5S) serve un’accelerazione dei tempi. “Dalle associazioni arriva una spinta fondamentale all’iter della legge che continua a essere nell’ordine del giorno dei nostri lavori - afferma -. La commissione deve poter votare gli emendamenti, come fatto su tante altre proposte di legge. Condivido l’appello sulla calendarizzazione in aula e mi rimetto alle decisioni della conferenza dei capigruppo”

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)