Carceri, primo stop ai bimbi detenuti con le mamme. “Notizia straordinaria”
Niente più carcere per i bambini piccoli, figli di madri detenute: lo sancisce la proposta di legge Siani, approvata alla Camera con 241 voti favorevoli e 7 contrari. Cittadinanzattiva: “Riconosciuta finalmente la centralità della tutela della salute psico-fisica del minore, esigenza prioritaria rispetto a qualsiasi altra ragione o interesse pubblico”
Niente più carcere per i bambini piccoli, figli di madri detenute: lo sancisce la proposta di legge approvata alla Camera con 241 voti favorevoli e 7 contrari.
Lo scopo - come spiegato dal primo firmatario della proposta, il parlamentare del Pd Paolo Siani - è quello di superare la normativa in vigore, quella che una decina di anni fa istituiva gli Istituti di detenzione attenuata. Se la nuova norma avesse anche l'ok del Senato, le mamme che hanno con sé un bambino fino a 6 anni sarebbero collocate in case famiglia protette, "dove il bambino non ha alcuna percezione di vivere in un carcere, può crescere meglio e avere migliori rapporti con la sua mamma, che è sicuramente più serena e più pronta anche a cambiare e a redimersi".
“La presenza dei bambini piccoli nelle carceri al seguito delle madri detenute, costretti a trascorrere i primi anni di vita all’interno degli istituti penitenziari, è sempre stato un paradosso del nostro sistema, a lungo dimenticato e lasciato irrisolto. Per questo l’approvazione alla Camera dei Deputati della Proposta di Legge Siani, “in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”, è una notizia straordinaria che ripaga l’impegno con cui da anni ci battiamo, in rete con altre organizzazioni della società civile, attraverso iniziative volte a tenere viva l’attenzione pubblica all’approvazione di misure efficaci per mettere fine in via definitiva al fenomeno dei bambini in carcere”. Così Laura Liberto, coordinatrice nazionale Giustizia per i diritti – Cittadinanzattiva.
La proposta di legge appena licenziata dalla Camera recepisce molte richieste di Cittadinanzattiva, “anzitutto riconoscendo finalmente centralità alla tutela della salute psico-fisica del minore come esigenza prioritaria rispetto a qualsiasi altra ragione o interesse pubblico, nella prospettiva indicata a più riprese dalla Corte Costituzionale e dalle convenzioni internazionali”, scrive l’associazione in una nota.
E continua: “E’ una legge che interviene con scelte decise, tra cui: il divieto assoluto di custodia cautelare in carcere per le madri (o per i padri in via eccezionale) di bambini fino a 6 anni di età ed il ricorso alla custodia in ICAM come soluzione del tutto residuale; gli interventi in materia di rinvio dell’esecuzione della pena; e, soprattutto, la promozione delle case famiglia come modello del tutto alternativo alla detenzione e come luoghi costruiti sulla tutela della salute dei minori e del rapporto genitoriale. In questa stessa direzione si colloca, peraltro, la norma inserita nella legge di bilancio per il 2021, su iniziativa di Cittadinanzattiva e dell’associazione A Roma insieme Leda Colombini, che istituisce un fondo dedicato a finanziare l’accoglienza di genitori detenuti con bambini al seguito in case famiglia”.
“Ora facciamo un appello al Senato – conclude Liberto – affinché l’iter parlamentare si completi entro la fine della legislatura per non vanificare questi tre anni di impegno ininterrotto e perché nessun bambino varchi più le soglie di un carcere”.