Carcere. Telefonate dei detenuti a figli e parenti da settimanali a giornaliere

Lo prevedere un emendamento al Dl Giustizia in discussione al Senato presentato da Franco Mirabelli, relatore del testo. La proposta riguarda figli minori o maggiorenni con disabilità, coniuge o convivente e parenti se ricoverati in ospedale. Esclusi i detenuti del 41 bis e i condannati per il 4 bis. Mirabelli: “Mi sembrano scelte di buon senso e di civiltà”

Carcere. Telefonate dei detenuti a figli e parenti da settimanali a giornaliere

Telefonate a parenti e figli per i detenuti non più una volta alla settimana, ma anche ogni giorno. È quanto prevede l’emendamento al Dl Giustizia in discussione al Senato presentato da Franco Mirabelli, capogruppo del Pd in commissione Giustizia a Palazzo Madama, nonché relatore del testo. “È molto importante che il merito di un mio Ddl riguardante l’ampliamento della possibilità, per i detenuti comuni, di contatti telefonici con i propri familiari sia diventato il testo di un emendamento che, come relatore, ho presentato al Dl Giustizia in discussione al Senato”, ha spiegato Mirabelli.  L’emendamento prevede la possibilità di chiamare “una volta al giorno se la stessa si svolga con figli minori o figli maggiorenni portatori di una disabilità grave - si legge nel testo dell’emendamento - e nei casi in cui si svolga con il coniuge, l’altra parte dell’unione civile, persona stabilmente convivente o legata all’internato da relazione stabilmente affettiva, con il padre, la madre, il fratello o la sorella del condannato qualora gli stessi siano ricoverati presso strutture ospedaliere”.  Esclusi da queste norme i detenuti al regime del 41 bis e quelli condannato per il 4 bis, a cui è concessa una telefonata a settimana. “Mi sembrano scelte di buon senso e di civiltà - aggiunge Mirabelli - visto che fino ad oggi per i detenuti comuni era prevista una telefonata a settimana. Sono convinto che queste norme, una volta approvate, contribuiranno a rendere più degna la vita dei detenuti nelle carceri italiane”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)