C'era una volta la legge sul caregiver. Che fine ha fatto? Lo domanda First

Sui vari progetti di legge, accorpati e incardinati presso la commissione Lavoro del Senato, “sembra essere sceso l'oblio, come se i caregiver familiari fossero scomparsi. Intanto, con la pandemia, la condizione del caregiver è sprofondata. “Dove sono, nel Pnrr, interventi mirati all’effettivo riconoscimento del valore sociale di cura?”

C'era una volta la legge sul caregiver. Che fine ha fatto? Lo domanda First

C'era un volta un progetto di legge sul caregiver familiare. Ce n'erano diversi, anzi, “accorpati e poi incardinati nel 2018 presso la Commissione permanente del Senato ( Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale)”. A ricordarlo è la First (Federazione italiana rete sostegno e tutela), visto che “sembra essere sceso l’oblio, non se parla più, come se, tutto di un tratto, i caregiver familiari fossero scomparsi e non esistano più”.

E' quanto denuncia in una nota: “A leggere i resoconti parlamentari si resta sbalorditi: un progetto di legge incardinato nel 2018, è fermo dal mese di luglio 2020, in attesa di una pseudo relazione tecnica del governo. Nel frattempo però, grazie alla pandemia, la condizione di vita dei caregiver familiari, di suo già precaria, è letteralmente sprofondata – ricorda la federazione - In questi giorni abbiamo assistito a legittime rivendicazioni sindacali che hanno avuto per oggetto, anche il contrasto al lavoro precario. Tra i lavoratori precari, anzi i più precari di tutti, vi sono anche i familiari che assistono continuamente un proprio caro che vive una condizione di disabilità grave, a cui non viene riconosciuto sostanzialmente nulla! Un lavoro di cura, un lavoro fondamentale e necessario, perché di questo stiamo parlando, svolto nell’assenza più totale di ogni forma di tutela in favore del caregiver. Altro che lavoratori precari: qui siamo di fronte ad una nuova definizione per il diritto del lavoro, quella dei lavoratori invisibili: esistono, si sobbarcano ogni giorno carichi di lavoro disumani, ma restano invisibili, chiusi nelle loro case, unitamente ai loro cari, da cui non si possono allontanare. Neppure un testo di legge qualunque, anche nella versione minimale in corso al Senato, si è riusciti ad approvare”.

Il fondo di 30 milioni e il “dubbio” sul Pnrr

C'è poi la questione delle risorse: “E’ singolare vedere la sorte del secondo fondo dedicato, quello previsto dall’art. 1, comma 334, legge n. 178 del 2021, pari a 30 milioni di euro, che dovrebbe essere destinato 'alla copertura finanziaria degli interventi legislativi per il riconoscimento delle attività non professionale del prestatore di cure familiari'. Ora, fermo restando che 30 milioni di euro sono praticamente delle briciole, semplicemente un offesa alle persone, ci chiediamo e chiediamo: quali sarebbero questi interventi legislativi che dovrebbero prevedere il riconoscimento delle attività non professionali del prestatore di cure familiari, se i progetti di legge sopra menzionati sono rimasti impantanati e fermi dal luglio 2020?”.

C'è poi un'altra domanda, che First rivolge ai ministri per la Disabilità e per la Famiglia: “Posto che il Pnrr, che poteva rappresentare un opportunità storica per i caregiver, destina 19.81 miliardi di euro sulla 'Missione 5' (Inclusione sociale), visto che nel preambolo si afferma che è importante il 'riconoscimento del valore sociale di cura', vogliamo immaginare in primis quello offerto dai caregiver. Ma in quale parte del Pnrr – domanda First - nell’ambito delle missioni M5CI, (Politiche attive per l’occupazione e il lavoro), e M5C2 ( Infrastrutture sociali - Famiglie - Comunità e Terzo settore), si intravedono degli interventi specificatamente indicati e miranti all’effettivo riconoscimento del valore sociale di cura? Infine, ritenute le ingentissime risorse previste dal Pnrr, ci chiediamo: se non ora quando? Attendiamo risposte!”

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)