Asili nido, scuola e alloggi: così la comunità ucraina si organizza. E chiede supporto

Parla Tetyana Tarasenko, presidente del Coordinamento delle organizzazioni ucraine in Italia: “Giorno e notte al lavoro: scriviamo a sindaci, assessori e associazioni, perché si crei task force. A Roma, istituita poco fa. Per ora, siamo noi a organizzare ospitalità tramite gruppi Whatsapp, ma serve supporto. Offriamo le nostre professionalità: ci sono mediatori, psicologi, insegnanti ucraini, da inserire nei servizi"

Asili nido, scuola e alloggi: così la comunità ucraina si organizza. E chiede supporto

“Lavoriamo giorno e notte, per chiedere indicazioni e supporti: come associazione, abbiamo scritto lettere ai sindaci, agli assessori, alle associazioni. Su nostra proposta, poche ore fa è stata formata una task force presso il comune di Roma: una richiesta che stiamo rivolgendo a tutti i sindaci. Offriamo le nostre professionalità, chiediamo supporti e coordinamento negli interventi e nell'accoglienza dei profughi”. Tetyana Tarasenko, presidente del Consiglio di coordinamento delle organizzazioni ucraine in Italia e dell'associazione Scuola ucraina Prestigio a Roma, è trafelata e concitata mentre prova a spiegarci ciò che sta facendo per offrire aiuto ai suoi connazionali in arrivo dall'Ucraina: “Soprattutto donne e bambini – ci spiega – visto che gli uomini non possono lasciare il Paese. Ne sono arrivati già a centinaia, ma non esiste ancora una norma, una procedura per accoglierli in Italia. Abbiamo scritto una lettera anche all'Ufficio immigrazione della Questura centrale, chiedendo cosa debbano fare i profughi ucraini adulti e minori, quando arrivano in Italia. Per ora, l'unica risposta è il ricongiungimento familiare, se hanno un parente in Italia. Altrimenti, per ora si può fare solo l'identificazione. Stiamo aspettando che sia attuata dal ministero degli Interni la direttiva europea per la protezione temporanea: si parla, forse, del 3 marzo”.

Intanto, dai sindaci arrivano le prime risposte: “Il comune di Roma ieri sera ha istituito la task force che avevamo richiesto e l'assessore alle Politiche sociali ci ha convocati per un incontro online alle 18 di stasera. Parleremo delle proposte che abbiamo avanzato nella nostra lettera e che speriamo siano accolte”. Durante la notte, le associazioni ucraine hanno creato e pubblicato un elenco dei punti di raccolta in tutta Italia, visto che in ogni città si è messa in moto la macchina della solidarietà.

La scuola: iscrizioni per i bambini profughi

E c'è un altro impegno, fondamentale, che la comunità ucraina sta portando avanti: l'accoglienza di tutti i bambini ucraini all'interno delle scuole. Un aspetto questo, su cui proprio poco fa ha richiamato l'attenzione anche la Garante nazionale dell'infanzia, Carla Garlatti. “Sabato e domenica, presso il Liceo Albertelli di Roma, che da molti anni ospita la scuola ucraina, alle 13.30 accoglieremo tutti i bambini profughi con i loro genitori, per assisterli nell'iscrizione scolastica. Presso lo stesso liceo, ogni sabato, è attiva la scuola in lingua ucraina, che rilascia pagelle e diploma”. Quello della scuola è un nodo fondamentale, ancora più complesso di quello che sembra: “La scuola non basta – ci spiega infatti Tarasenko – Dobbiamo pensare anche agli asili nido, per esempio. I profughi non possono permettersi 400 euro al mese per mandare il figlio piccolo al nido, ma al tempo stesso hanno bisogno di lavorare, per potersi mantenere. E' quindi un servizio fondamentale. Dobbiamo capire come muoverci, per offrire a queste persone che arrivano ciò di cui hanno effettivamente bisogno. Pensiamo all'alloggio: per ora ci stiamo autogestendo, tramite gruppi Whatsapp con centinaia di iscritti all'interno della comunità ucraina: ogni secondo vengono segnalate ricerche di ospitalità e immediatamente si mette in moto la macchina, per trovare una soluzione. Sono gruppi velocissimi, con tempi di reazione molto rapidi: l'ospitalità avviene per lo più presso familiari o conoscenti ucraini che risiedono in Italia e che mettono a disposizione stanze o posti letto. Chi non ha conoscenti in Italia, va in affitto, ma i costi sono insostenibili. E' chiaro che tutto questo andrà sostenuto e supportato, attraverso i finanziamenti previsti per questa emergenza”. E gli affidi familiari? Sono migliaia le famiglie italiane che, in questo momento, stanno offrendo la propria disponibilità per accogliere minori ucraini, da soli o con le loro mamme. “Per ora questa richiesta non c'è, l'accoglienza avviene per lo più all'interno della stessa comunità ucraina. Bisognerebbe finanziare le famiglie ucraine che vivono qua e che stanno già accogliendo. Siamo quasi 5 mila nell'associazione, ognuno di noi ha 3-4 parenti e sta andando in Polonia e Romania per farli venire qui in Italia. A questa immigrazione ucraina bisognerebbe dare supporto, finanziando alloggi, affitti, mutui e provvedendo anche a un reddito”.
E' la stessa comunità ucraina che offre la propria disponibilità e competenze per l'organizzazione dei vari servizi che si renderanno necessari per supportare i profughi: “Siamo disponibili come mediatori culturali e mediatori civili, psicologi, insegnanti di lingua ucraina per qualsiasi progetto che vedrà la luce in Italia: come volontariato, possiamo arrivare fino a un certo punto, perché nessuno di noi è ricco e tutti dobbiamo lavorare”. Questa potrebbe insomma essere l'occasione per assicurare alle donne ucraine un lavoro diverso da quello della “badante”, che permetta loro di mettere a frutto le proprie competenze e professionalità.

Chiara Ludovisi

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)