Alcol, presentata la Relazione al Parlamento: "Lockdown ha incrementato il consumo incontrollato"

I numeri degli interventi realizzati nel 2021: 8 milioni e 700 mila i consumatori a rischio, oltre 64.500 le persone alcoldipendenti prese in carico dai servizi alcologici, circa 3.700 gli incidenti stradali con almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti in stato di ebbrezza

Alcol, presentata la Relazione al Parlamento: "Lockdown ha incrementato il consumo incontrollato"

Otto milioni e 700 mila i consumatori a rischio, oltre 64.500 le persone alcoldipendenti prese in carico dai servizi alcologici, circa 3.700 gli incidenti stradali con almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti in stato di ebbrezza (su un totale di 40.310 incidenti con lesioni rilevati da Polizia e Carabinieri). Sono i dati della Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati nel 2021 in materia di alcol e problemi correlati, trasmessa dal ministro della Salute Roberto Speranza alle Camere l'8 marzo 2022 e presentata oggi nel corso della Conferenza Nazionale Alcol 2022.  

Il consumo di alcol in Europa causa circa il 4% di tutte le morti e di circa il 5% degli anni di vita persi per disabilità. In Italia "si conferma la tendenza degli ultimi anni di un aumento del consumo di alcol occasionale e del consumo fuori pasto. In particolare negli ultimi dieci anni si osserva un progressivo incremento della quota di donne consumatrici, che passano dal 38,8% al 45,3% per il consumo occasionale e quasi duplicano per il consumo fuori dai pasti, passando dal 14,2% al 22,4%", si legge. 
"L’isolamento ha incrementato il consumo incontrollato di bevande alcoliche anche mediante iniziative ex-novo come gli aperitivi digitali sulle chat e sui social network, spesso in compensazione della tensione conseguente all’isolamento, alle problematiche economiche, lavorative, relazionali e dei timori diffusi nella popolazione resa sicuramente più fragile dalla pandemia. - scrive il ministro Speranza nell'introduzione della Relazione - L’approvvigionamento delle bevande alcoliche non ha conosciuto pause nel periodo del lockdown e il mercato ha rafforzato nuovi canali alternativi e meno controllati anche rispetto al divieto di vendita a minori".
Si conferma la tendenza già registrata negli ultimi 10 anni, che vede una progressiva riduzione della quota di consumatori che bevono o solo vino o solo birra, soprattutto fra i più giovani e le donne, mentre aumenta la quota di chi consuma, oltre a vino e birra, anche aperitivi, amari e superalcolici, specialmente tra le donne di 45 anni e più. Il consumo di alcol nell’anno è più forte nel Centro-Nord, soprattutto nel Nord-est (70,1%) e tra i maschi (Nord-est=79,4%; Centro=78,1%; Nord-ovest=77%). Anche la quota più elevata di consumatori giornalieri si concentra nel Centro-nord (circa il 22%).

Resta allarmante il fenomeno del binge drinkingTra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche il fenomeno del binge drinking (assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti e in un breve arco di tempo) rappresenta tra i giovani l’abitudine più diffusa e consolidata, raggiungendo i valori massimi tra i 18-24enni. Nel 2019 il fenomeno riguardava il 16% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 20,6% erano maschi e l’11% erano femmine. Nel 2020 ha riguardato il 18,4% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di questi il 22,1% maschi e il 14,3% femmine.
La percentuale di binge drinker di sesso maschile è statisticamente superiore al sesso femminile in ogni classe di età a eccezione dei minorenni, ossia quella fascia di popolazione per la quale la percentuale dovrebbe essere zero a causa del divieto per legge della vendita e somministrazione di bevande alcoliche.
L’analisi del trend dei consumatori binge drinker di età superiore a 11 anni mostra una prevalenza aumentata in maniera pressoché costante tra il 2014 e il 2020, con un incremento nell’ultimo anno pari al 7,3% (maschi+femmine), più marcato per il genere femminile.
Persone prese in carico dai servizi di alcologia. Nel 2020 sono stati presi in carico presso i servizi o gruppi di lavoro rilevati (in totale 487) 64.527 persone. Il 22,9% è rappresentato da utenti nuovi; la quota restante da soggetti già in carico dagli anni precedenti o rientrati nel corso dell’anno, dopo aver sospeso un trattamento precedente.
Il rapporto M/F è pari a 3,2 per il totale degli utenti. A livello regionale questa maggiore presenza maschile risulta più evidente al centro-sud sia per il totale degli utenti sia distinguendo gli utenti per tipologia (nuovi e già in carico o rientrati). Il 74,3% degli utenti ha un’età compresa tra i 30 e i 59 anni, mentre i giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano il 7,1% dei soggetti trattati; non trascurabile è la quota degli individui di 60 anni e oltre pari al 18,7%.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)