Albano, la rivoluzione della street art per una città a misura di bambino
Nel quartiere di Pavona ad Albano sui Castelli Romani, le opere dell'artista Morden Gore danno vita a un murales che riqualifica un parcheggio spoglio, privo di verde o panchine, dove i bambini si riversano per giocare a pallone. Sulle quattro pareti di una cabina Enel prende vita con la lingua dei segni la parola Roma, come la via principale che costeggia la piazza ma anche come la grande metropoli di cui Albano è diventa dormitorio.
Anticonformista e trasgressiva, la Street Art ha l’onore di rompere gli schemi dell’arte da salotti e gallerie per definire nuovi parametri della creatività. In America muove i suoi primi passi intorno agli anni ’50 ma raggiunge la massima fioritura negli ’80 con una maggiore accessibilità delle bombolette spray e con il diffondersi del Pop. I palazzi e i muri diventano le nuove cornici, la quotidianità la musa ispiratrice e la denuncia sociale è spesso il suo magnate.
A colpi di spray questa provocazione gentile colora anche le strade dei Castelli Romani, arrivando nel quartiere di Pavona ad Albano: “L’idea – spiega Marco Alteri direttore del Musac (Museo Street Art Castelli) – è nata dal libro ‘La città dei bambini’ di Francesco Tonucci e dal progetto che promuove i ragazzi come i destinatari delle nuove politiche urbane.
Il desiderio è poter restituire ai piccoli uno spazio sicuro.
Piazza San Remo, dove è stato realizzato il Murales dell’artista Morden Gore, è un parcheggio immenso inutilizzato, spoglio, privo di verde o panchine, qui i bambini si riversano naturalmente per giocare a pallone ma a causa della sua logistica è anche molto pericoloso per lo scorrere delle macchine”. L’opera trova la sua tela in una cabina dell’Enel e raffigura attraverso la lingua dei segni la parola Roma, come la via principale che costeggia la piazza ma anche come la grande metropoli di cui Albano è diventa dormitorio.
“Dopo i ripetuti inviti all’amministrazione comunale di portare l’attenzione verso le esigenze dei bambini, – racconta l’artista – è nata l’idea di comunicare con la Lis proprio perché sordi al grido della città.
Per me fare street art non significa nascondere la polvere sotto il tappeto, ma al contrario, alzarlo per mostrare la polvere.
È importante che la denuncia si integri con la struttura e che il messaggio non sia troppo criptico ma leggibile, non solo dall’uomo di cultura ma anche dalla signora che tutti i giorni passa davanti quel murales mentre va a fare la spesa”.
La sinergica collaborazione di realtà come gli Scout Agesci Pavona 1, l’associazione Chiara per i Bambini del Mondo, l’Ippopotamo Felice e Artinmusica ha permesso una mobilitazione comunitaria che sarà accompagnata da eventi per bambini e dalla realizzazione sull’asfalto di giochi di strada come la tanto amata ‘campana’ o percorsi per la bicicletta, piccole isole verdi dove piantare alberi e una reale riqualifica della zona. Morden Gore, maceratese di fama internazionale, ha fatto del restyling la sua vocazione scegliendo come regola imprescindibile che le sue opere siano sempre l’eco di un vero cambiamento, non solo esterno ma radicale.
Nel panorama culturale i Castelli Romani sono conosciuti per il buon vino e le sagre, ma è un’altra l’ebrezza che oggi questa comunità regala: attraverso i fermenti dell’arte urbana e di una sana e composta ‘rivolta’ sociale, si è riusciti ad avviare un progetto che vuole ripensare la città in funzione dei bambini, “perché solo così – dichiara l’artista – può essere a misura di tutti”.
Hortensia Honorati