Vita nuova in Cristo, esperienza qui e ora. Nella Resurrezione tutta la storia dell’universo si trasfigura in una nuova luce
È risorto. Dio riscatta, nel corpo morto di Gesù di Nazareth, tutta la storia dell’universo trasfigurandola in una nuova luce, in una dimensione altra, quella della risurrezione. Dove tutto viene rimesso in gioco per una nuova creazione... Nella risurrezione tutto viene rimesso in gioco per una vita che va al di là della nostra capacità di previsione, calcolo, immaginazione
Agli albori dello spazio e del tempo, che costituiscono la trama della nostra esperienza umana, vi è ben poco della grande ricchezza e varietà di elementi e di strutture che possiamo incontrare oggi. Il corpo umano è un insieme di elementi che possiamo riconoscere e quantificare: siamo costituiti al 65 per cento di ossigeno, al 18 di carbonio, al 10 di idrogeno e al 3 per cento di azoto. Il restante 4 per cento è un insieme di altri elementi come calcio, fosforo, potassio, zolfo... e potremmo continuare. Siamo un complesso intreccio di atomi diversi, ognuno con caratteristiche proprie e con una storia ben precisa. L’idrogeno arriva dall’origine dell’universo, direttamente da quell’evento misterioso e lontano che chiamiamo Big Bang. Quello di cui siamo fatti ha più di 13 miliardi di anni, l’unico elemento allora esistente, insieme a una piccola percentuale di elio e tracce di litio.
L’ossigeno, il carbonio e l’azoto invece hanno un’origine diversa: vengono dalle fusioni nucleari all’interno delle stelle di medie o grandi dimensioni, che hanno trasformato gli elementi preesistenti più leggeri. Non sarebbero qui se quelle stelle, dopo aver terminato il loro “carburante” interno, non li avessero espulsi nelle fasi finali del loro ciclo. Atomi che hanno viaggiato attraverso lo spazio per un tempo lunghissimo, che si sono riuniti a formare nuove stelle, fondendosi in atomi ancora più pesanti e complessi che sono stati espulsi ancora, protagonisti di nascite e di morti, molte delle quali catastrofiche.
Tutto nell’universo parla di nascita e di morte. Le prime stelle fatte di idrogeno, morendo, hanno dato la possibilità di crearsi ad altre stelle più complesse. Dal materiale prodotto dalla morte di quest’ultime si sono creati altri corpi celesti. Dalla loro collisione sono nati i pianeti. Dalla lunga e sofferta storia dell’evoluzione della vita siamo arrivati noi. Ma a costituirci sono gli stessi elementi che hanno attraversato più volte vita e morte. Di quanti miliardi di anni siamo costituiti? Da quale distanza arriviamo? Da quante stelle siamo stati forgiati? Portiamo in noi la storia dell’intero universo, fin dalla sua origine, e siamo il frutto di tutti i suoi passaggi. Dopo di noi l’universo continuerà a evolvere: saremo una piccola parentesi di vita, di incredibile complessità e bellezza, capace delle più grandi profondità e delle più incomprensibili contraddizioni. Che cosa ne sarà di questa infinitesimale parentesi così straordinaria, che contiene in sé tutto il tempo e lo spazio?
Penso che questo sia il grande mistero della Pasqua. Dio si è fatto uomo in Gesù di Nazareth, uomo come noi, con la nostra stessa biologia e chimica, e i nostri elementi, polvere di stelle. La vita e la morte sono iscritti in lui come in ciascuno di noi, la sua è stata una parentesi come lo è la nostra. Ma il Padre ha fatto di quella vita, di quegli atomi, di quella complessità e conformazione, qualcosa che non aveva mai fatto prima. Gesù di Nazareth è risorto, e per farlo ha attraversato la morte dell’intero universo racchiuso in un corpo flagellato, trafitto, dissanguato, a cui è stato tolto ogni respiro. Una morte inimmaginabile: non c’è modo di comprendere, nella nostra limitata capacità, la morte innocente di un Dio fatto uomo per mano dell’uomo stesso. Eppure è una morte che potremmo associare alle catastrofi cosmiche che segnano le fasi finali della vita delle stelle.
La materia viene trasformata, una nuova possibilità di vita viene irradiata in ogni direzione, tutto lo spazio circostante viene coinvolto e rimodellato. Dio riscatta, nel corpo morto di Gesù di Nazareth, tutta la storia dell’universo trasfigurandola in una nuova luce, in una dimensione altra, quella della risurrezione. Nella risurrezione vi è ogni vita che muore, ogni sconvolgimento, il tempo della storia universale e le parentesi infinitesimali, ogni nostra contraddizione e ogni corpo segnato. Tutto viene rimesso in gioco per una nuova creazione, per una vita che va al di là della nostra capacità di previsione, di calcolo, di immaginazione.
La Pasqua allora è un mistero che ha profondamente a che fare con noi. Non solo perché anche noi siamo fatti come Gesù di Nazareth e il Padre può farci risorgere allo stesso modo. Se nel battesimo siamo stati immersi nella morte di Cristo, e siamo riemersi nella sua risurrezione divenendo creature nuove, allora quella stessa risurrezione è iscritta anche dentro di noi, e può trasformare la nostra storia e ogni morte che ci riguarda in vita nuova. Può farci irradiare questa vita nuova in ogni direzione, può a sua volta mettere in movimento dinamiche vitali.
Se con Cristo è risorto il tempo e la storia, allora non c’è un tempo opportuno da aspettare perché questo avvenga. In attesa che anche gli atomi del nostro corpo, insieme a quelli dell’intero universo, divengano creazione nuova, possiamo fare già esperienza di risurrezione qui e ora.
Manuela Riondato
Teologa, laureata in astronomia e collaboratrice apostolica diocesana