Visita di Xi Jinping a Mosca. Francesco Sisci: “Un accordo di pace deve essere multilaterale”
Si è conclusa questa mattina “la missione diplomatica” del presidente cinese nella capitale russa, dove ha presentato al presidente Putin un inedito “piano di pace” in 12 punti per un accordo sul conflitto ucraino. Lo studioso: “C’è chiaramente lo sforzo da entrambe le parti di trovare una soluzione al conflitto ucraino”. Ma “un accordo a due che non coinvolga anche l’Ucraina, che non parli con l’Europa e non metta dentro anche l’America, rischia di avere le gambe corte”.
Un “incontro importante” perché volto a trovare una soluzione di pace al conflitto ucraino. Un ruolo di mediazione diplomatica “storico” per la Cina che non aveva mai svolto prima nella storia. Ma “un accordo a due che non coinvolga anche l’Ucraina, che non parli con l’Europa e non metta dentro anche l’America, rischia di avere le gambe corte”. Pur volendo rimanere “ottimista”, Francesco Sisci, per anni corrispondente per varie testate da Pechino, senior researcher presso la China People’s University, commenta così al Sir la visita a Mosca del presidente cinese Xi Jinping. Una visita di due giorni che si è conclusa questa mattina, 22 marzo, proprio mentre su tutto il territorio ucraino, si è abbattuta una pioggia di bombardamenti e attacchi rssi. Dalla città di Zaporizhzhia, nell’Ucraina meridionale, a Kiev dove è salito a quattro il bilancio delle vittime dell’attacco russo lanciato con droni nella città di Rzhyshchiv, a sud-est della capitale.
Il presidente cinese Xi Jinping si è presentato a Mosca con un “piano di pace” di 12 punti. Al primo punto c’è il rispetto della sovranità, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale di tutti i Paesi secondo le leggi internazionali riconosciute. Subito dopo, al secondo, c’è l’abbandono della “mentalità della Guerra Fredda” ribadendo che “la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari”. Il piano prevede poi un cessate il fuoco e lo stop ai combattimenti e afferma che i colloqui e i negoziati sono “l’unica via d’uscita praticabile”. C’è anche la protezione dei civili e la creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dalle zone di guerra e il no all’uso di armi nucleari e agli attacchi alle centrali atomiche a uso civile. “Molte misure del piano di pace cinese possono essere prese come base per una soluzione del conflitto”, ha detto il presidente Putin lasciando intendere l’intenzione di aprire a spiragli di dialogo.
La visita ha senz’altro rafforzato i rapporti tra i due Paesi. “C’è chiaramente anche lo sforzo da entrambe le parti di trovare una soluzione al conflitto ucraino”, osserva Sisci.
Una soluzione di pace che “è chiaramente voluta sia dai cinesi ma credo anche dai russi che evidentemente fanno fatica sempre di più con la guerra.
Il problema – aggiunge l’esperto – è che si tratta di un accordo a due mentre la guerra ormai non riguarda più solo l’Ucraina ma coinvolge l’Europa, l’America e altri pezzi di mondo”. Di fronte all’escalation dei combattimenti sul campo, “credo però – dice Sisci – che oggi sia il momento di guardare il bicchiere mezzo pieno e di voler essere ottimisti”. C’è chi pensa che la missione della Cina a Mosca sia stata solo uno “show diplomatico” andato in scena sotto i riflettori di tutto il mondo. “Qualunque cosa sia – incalza il giornalista -, deve coinvolgere l’Ucraina e Zelensky.
Dobbiamo vedere se ci sarà, come annunciato, una chiamata telefonica tra i presidenti Xi Jinping e Zelensky. Se manca questo, è come dire, abbiamo organizzato il pranzo, abbiamo apparecchiato la tavola, ma mancano le pietanze e non c’è niente da mangiare”.
Una cosa è certa e manda un segnale importante: non era mai successo nella storia che la Cina giocasse un ruolo diplomatico di mediazione per la risoluzione di pace dei conflitti. “E’ veramente un fatto senza precedenti”, fa notare Sisci che spiega le ragioni di un simile coinvolgimento. “In realtà – dice – il problema è che la Cina si era coinvolta un po’ imprudentemente all’inizio della guerra, dando credito alla tesi russa che Mosca avrebbe vinto facilmente in Ucraina.
Dopo un anno, è chiaro che questa vittoria non è arrivata e a questo punto, visto che si è ormai agganciata a questo carro, la Cina ha bisogno di trovare il modo per evitare di rimanere coinvolta nell’umiliazione della Russia e nella sconfitta politica di Putin che è un fatto”.
Insomma, il passo per un accordo tra Russia e Cina sull’Ucraina “è stato fatto ed è stato facile. Il problema ora è coinvolgere l’Ucraina e a sua volta i Paesi che l’hanno sostenuta come la Polonia, i Paesi baltici, la Bulgaria, la Romania e naturalmente gli stati Uniti e il resto d’Europa. Non è pensabile che si faccia una pace con la Russia senza coinvolgere tutti gli attori coinvolti. La situazione è estremamente complessa e i cinesi dovrebbero anche aprire un tavolo di discussione sull’Ucraina anche con gli Stati Uniti”.