Vademecum per la tutela dei minori. Il dodecalogo e i social network
Nella parte giuridica del vademecum per la tutela dei minori appaiono assai utili sia il dodecalogo che racchiude una serie di riferimenti per interpretare al meglio la relazione con il minore sia il paragrafo che si sofferma sull’utilizzo dei social network.
In nessun caso, sottolinea don Paolo Zaramella, si tratta di imposizioni normative, ma di spunti di riflessione sui quali in ogni comunità sarà utile aprire un tavolo di confronto negli organismi di comunione.
Non manta tuttavia un breve compendio della normativa penale e civile (oltre che sull’obbligo di sorveglianza) in vigore nel nostro Paese, a cui prestare la massima attenzione: «Queste norme sono un patrimonio fondamentale posto a garanzia della crescita e dello sviluppo dei minori – osserva il prof. Giuseppe Comotti, docente di diritto canonico ed ecclesiastico all’Università di Verona e membro del Sinai – Molto importante in queste linee guida è anche il riferimento al gruppo e alla parrocchia: il mandato educativo esercitato dal laico giovane o adulto viene infatti dalla comunità e si esercita in corresponsabilità con gli altri membri, a cui occorre anche rendere conto».
Il prof. Comotti ribadisce la totale conformità delle attività ecclesiali con i minori. I casi di abuso rappresentano delle minime eccezioni, capaci però di fare molto rumore. Ma occorre tuttavia vigilare: «Esiste il rischio – riprende – che un educatore perda di vista il proprio riferimento comunitario e personalizzi troppo la sua attività. Da qui possono nascere comportamenti che invadono la sfera personale del ragazzo o dell’adolescente. Anche per questo è importante il contesto di squadra». La prima indicazione del vademecum riguarda infatti l’importanza di segnalare eventuali casi: «Meglio una segnalazione che si risolve in nulla piuttosto che un caso reale di abuso ignorato».