Up di Zugliano e parrocchie di Zanè. Il vescovo Claudio ha incontrato le cinque comunità
Dal 19 al 28 febbraio il vescovo Claudio ha incontrato le comunità dell'unità pastorale di Centrale, Grumolo Pedemonte e Zugliano e le parrocchie dei Santi Pietro e Paolo e della Beata Vergine Maria Immacolata di Zanè: cinque realtà parrocchiali limitrofe, tutte appartenenti al vicariato di Thiene, ma con storie diverse.
«Il vescovo Claudio ci ha dato molta fiducia – sottolinea don Luigi Codemo – Un tempo breve ma molto intenso, quello vissuto con noi, in cui ha dimostrato il piacere di stare insieme a noi regalandoci parole di accoglienza e incoraggiamento».
Una visita che ha spiazzato, fin dalla prima battuta, quella del vescovo Claudio alle parrocchie di Zanè (Santi Pietro e Paolo e Beata Vergine Maria Immacolata) e all’unità pastorale di Zugliano, Centrale e Grumolo Pedemonte, che si è svolta da venerdì 19 a domenica 28 febbraio. «"Voi mi chiedete risposte io di solito creo problemi": così – ricorda don Lucio Fabbian, parroco dell’Immacolata – ha esordito il vescovo all’incontro con le comunità». Uno scambio di opinioni molto costruttivo, calato nelle diverse realtà. «Consigli, risposte, soluzioni: la visita del vescovo in una parrocchia spesso è ancora legata a questi aspetti. Invece si è aperto un bel dialogo. Ha ascoltato molto, ha richiamato temi e concetti, forse non nuovi, ma che per le nostre realtà sono stati delle novità e ha sollecitato una riflessione».
Diverse le istanze presentate al vescovo. Le parrocchie in quest’ultimo anno si sono inventate un nuovo modo di vicinanza e relazione, giovani e famiglie sono le fasce di maggiore attenzione. Ci si chiede come tenere, aggregare, attirare i ragazzi e se il linguaggio della Chiesa è al passo con i tempi e con il linguaggio dei giovani. «Questo è un problema che sentiamo molto – evidenzia don Fabbian – e ne discutiamo anche, ma non abbiamo soluzioni vere e proprie. Dall’incontro con il vescovo abbiamo capito che dobbiamo entrare nel loro mondo, ma senza svilire e far perdere di significato il linguaggio ecclesiale. Il linguaggio liturgico, ad esempio, non deve diventare mondano... Forse il problema è che non lo capiamo, lo sentiamo distante, mentre un tempo era più accettato. Ora chi viene in chiesa vuole capire il perché di gesti e parole».
Un incontro molto positivo e atteso. Il vescovo ha sottolineato alcuni passaggi importanti, come il tema della vocazione e del mettere al centro la comunità cristiana come soggetto di pastorale. Ha parlato di una famiglia dalle porte sempre aperte, ma anche ha lanciato l’invito alla concretezza, a voler bene alle comunità così come sono, in un’autentica testimonianza della vita che è quello chiedono anche i giovani. «In un tempo così difficile – spiega don Luigi Codemo, parroco dei Santi Pietro e Paolo – ci ha incoraggiati a prendere sempre il bene e il meglio. Ci ha spronati ad accompagnare i giovani con la testimonianza, a mostrar loro il volto bello della comunità che accoglie, e a stare al fianco delle famiglie ferite». E poi la carità e la relazione. La prima deve essere davvero la spinta per una comunità. La seconda invece va coltivata, a partire da quella con il Signore, perché una comunità è efficace e autentica testimone del Vangelo nella misura in cui mette al centro Gesù.
«L’incontro con il vescovo ha risvegliato la consapevolezza di una carità che nasce dall’eucarestia – sottolineano i referenti Caritas delle cinque parrocchie – che è ponte verso le altre persone. La comunione ai malati e anziani, ad esempio, è il senso di questo ponte perché crea relazione e vicinanza con chi vive un disagio. Una carità che non è gesto eclatante, ma umanità, comprensione, mettersi al pari, vivere empaticamente le difficoltà dell’altro. È avere cura dell’altro con tenerezza».
La collaborazione pastorale di Centrale, Zugliano e Grumolo Pedemonte ha messo al centro dell’attenzione il tema della ministerialità laicale, anche alla luce dell’avvicendamento di diversi parroci nelle tre comunità in pochi anni e ha fatto toccare con mano la necessità di maturare un coinvolgimento più responsabile e strutturato dei laici. «La visita ha lasciato intuizioni ed idee – conclude don Mauro Ferraretto, parroco moderatore dell’up di Zugliano – che sicuramente ogni parrocchia svilupperà declinandole secondo la prospettiva più congeniale alla propria fisionomia. Il dialogo tra le tre comunità dell'unità pastorale è avviato così come il seme di una consapevolezza nuova del servizio laicale. Avere cura della propria comunità è l’impegno che viene richiesto oggi ai battezzati e proprio la fatica che questo comporta dice la verità della nostra fede, come ha sottolineato in un passaggio il vescovo Claudio».
Comunità stimolate all'accoglienza
«La sfida è di prenderci ancora più a cuore le nostre comunità – evidenzia Guido Maculan, vice presidente del consiglio pastorale di Centrale – e crescere nel bene reciproco. L'incontro con con Claudio ha stimolato un discernimento comunitario per camminare in un percorso di accoglienza rivolto a tutti, soprattutto ai giovani, affinché possano trovare ascolto, riferimenti significativi e nutrimento per la loro vita spirituale».